I classici: Jane Eyre di Charlotte Bronte

Un classico della letteratura romantica inglese, mai fuori moda ed in un certo qual modo fortemente femminista: Jane Eyre, di Charlotte Bronte.

Spesso sottovalutata rispetto alla sorella Emily ed al suo “Cime Tempestose”, Charlotte deve tutta la sua fortuna, postuma, alla storia dell’orfanella Jane e di come, attraverso una vita difficile, fatta di poche gioie e molti dolori, sia riuscita a realizzarsi appieno come donna. Molte le trasposizioni del romanzo, a partire dall’omonima di Franco Zeffirelli, fino ad arrivare a quella di prossima uscita del regista Cary Fukunaga .

La storia ha inizio con una Jane in tenera età. I genitori sono morti, ed anche lo zio, che tanto l’ha amata ed accolta con sé non c’è più. La piccola è rimasta vittima della zia e dei cugini, piccolo concentrato di malvagità pseudonobiliare, intrappolata in ciò che questi ultimi aspirano essere e non saranno mai. Stanca di un fardello come Jane, bimba bruttina dal forte acume e dalla lingua pronta, la zia la chiude in collegio, conosciuto per la forte educazione cattolica e lo scarso interesse per le sue piccole allieve.

Al suo interno per la prima volta Jane Eyre conosce il valore di un amicizia, e la sua relativa perdita quando l’amica Helen muore prematuramente. La bambina cresce e diventa una ragazza, austera e preparata. Un’insegnante nel suo stesso collegio. Ciò non le basta e grazie ad un annuncio trova lavoro presso Thornfield Hall, il castello di un certo Mr. Rochester, un nobile inglese. Jane diventa l’istitutrice di Adele, una bimba francese.

Jane Eyre non ha modo di conoscere il suo padrone: quest’ultimo è in viaggio e raramente torna al castello. Un giorno, nei dintorni del castello, Jane conosce una strana persona. Scoprirà solo dopo che lo stranos conosciuto che ha aiutato a risalire in sella è il suo datore di lavoro. Mr. Edward Rochester è una persona chiusa, provata dal suo passato.

Jane e Edward, si scopriranno man  mano, attraverso episodi raccontanti con dovizia di particolari dalla donna, che scoprirà man mano l’interesse, l’amore, la gelosia., la dolcezza di un amore ricambiato. Scoprirà a caro prezzo ciò che ha reso Mr. Rochester l’uomo duro e scontroso che è. Non mancherà il lieto fine, ma sarà pienamente sofferto.

Il romanzo si evolve in forma autobiografica, in prima persona. Jane parla con il lettore e gli racconta la sua storia, senza omettere nulla. Ed è proprio questo il punto di forza del romanzo, ciò che lo rende attuale a quasi due secoli dalla sua stesura: la fine analisi psicologica dei personaggi, le precise descrizioni, la capacità di Charlotte Bronte, di far immedesimare nella sua Jane il lettore, coinvolgendolo in prima persona nelle intuizioni. Facendogli comprendere anche ciò che la stessa Jane non capisce, ovvero l’intensità di quell’amore corrisposto che lei non vede, e che il suo coprotagonista tende a celare per avvicinarla ancora di più a lui.

Lo stile è scorrevole, i periodi non troppo lunghi rendono facile la lettura nonostante la discreta lunghezza del romanzo e le ampie descrizioni particolareggiate di luoghi e tempi da parte della protagonista.

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