Dona Bol: le scelte di Libri e Bit – 23 Maggio

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento dell’iniziativa della BOL, intrapresa anche da noi di LibrieBit. Dopo aver visto e curiosato tra le classifiche di Titti e Giada, oggi potete curiosare sulle mie di scelte. E sui libri che hanno rappresentato per me qualcosa nel corso di questa vita.

Si tratta di testi variegati, in alcuni casi di più difficile comprensione ma generalmente adatti a lettori di ogni età. Se dovessi collegarli ad una età, li collegherei all’adolescenza, ed alla necessità appropiarsi della propria identità, anche se, come vi spiegherò a breve, sono di “epoche” e tipologia differente.

Questa è la mia classifica:

  1. Jane Eyre: Charlotte Bronte
  2. La torre nera– Stephen King
  3. Il segreto di Luca– Ignazio Silone
  4. La casa degli spiriti– Isabelle Allende
  5. L’ospite- Stephenie Meyer

Essa non racchiude tutto ciò che a me piace, ma racchiude ciò che per me ha avuto un significato e che mi ha aiutato a maturare.

Iniziamo da Jane Eyre: un classico del romanticismo britannico. Al centro di tutto la donna ed il suo ruolo, la contrapposizione tra giusto e sbagliato. Tra ciò che deve essere fatto. Una sorta di antesignano del manuale del femminismo moderno in qualche modo: “sono una donna e sono in grado di fare ciò che è giusto”. Una grandissima storia di amore, che ancora mi commuove quando la leggo. Essenzialmente per me rappresenta uno dei capisaldi della mia affermazione come persona, come donna. Jane, forse troppo bigotta, segue se stessa, e nonostante una strada tortuosa raggiunge il suo scopo e la felicità. E’ il modo in cui io vivo la vita.

La torre nera di Stephen King. Qui il filo conduttore è il tempo. Ed il destino. Quella che può sembrare una semplice opera epica dei tempi moderni, per me è un viaggio. Difficile, non privo di ostacoli, ma soddisfacente, nel quale ognuno ha il suo ruolo ed ha la sua porzione di felicità. E’ stato di ispirazione per uno dei miei tatuaggi.

Il segreto di Luca: qui il discorso si fa più complesso. Non amo particolarmente Ignazio Silone: belle descrizioni, sì, ma spesso troppo pesante per essere digerito. Nel linguaggio, in tutto.  Ma contiene una di quelle che considero una delle storie d’amore più belle in assoluto, ed in particolare in una scena, la più bella situazione mai descritta. Non è uno dei libri di Silone più apprezzati in generale, ma è davvero quello più interessante, secondo me. Ed è legato ad un bel ricordo.

La casa degli spiriti di Isabelle Allende è forse il primo libro che ho letto per il semplice gusto di farlo.  Specialmente calcolando il fatto di essere diventata lettrice “pasionaria” all’età di otto anni con il Diario di Anne Frank. Si tratta del primo libro di narrativa adulta da me amato. Soprattutto per gli intrecci famigliari e l’alone di magia.

Ed infine l’ultimo (anche per la data d’uscita): L’Ospite di Stephenie Meyer. Qui entra in gioco non solo la capacità letteraria di una delle mie scrittici preferite, ma soprattutto la contrapposizione del personaggio principale. Praticamente due donne in un solo corpo: la necessità di farsi ascoltare, la capacità di convivere con determinate emozioni. Un libro impareggiabile. Di speranza in qualche modo.

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