Il segreto di Luca, di Ignazio Silone

Probabilmente Ignazio Silone si rivolterebbe nella tomba a sentirmi parlare in questo modo, ma per me “Il Segreto di Luca” è la più bella storia d’amore che possa essere mai stata scritta. Un libro introspettivo, particolare. Unico nel suo genere. Anche l’unico dello scrittore, lo confesso, che sia mai riuscita a finire di leggere. Una fotografia dei vecchi paesi di una volta sia per ciò che riguarda i vizi che le virtù.

Ovviamente è anche molto di più di questo. Ho sempre trovato, rileggendolo varie volte, che avesse l’innaturale dono di cogliere l’anima di quello che tanti anni fa si intendeva come rispetto. Ma esacerbato all’ennesima potenza.  Tutti i sentimenti in questo libro sono espressi al loro massimo.

Per amore, il protagonista della nostra storia, Luca Sabatini, quasi impazzisce e l’essere rinchiuso, ingiustamente, in carcere per quarant’anni, è accettato da lui come giusta espiazione per aver potuto godere, anche se per un solo attimo, di un amore estremamente puro e vero. Scopriremo andando avanti con la storia, che anche il frutto di questo amore ha vissuto in tal modo così totalitario ed importante il suo sentimento, rinunciando in qualche modo alla vita terrena.

Non ho mai sopportato più di tanto il tipo di prosa di Ignazio Silone, trovandola pesante e prolissa. Ma ne Il segreto di Luca, romanzo atipico dello scrittore composto da lui stesso in meno di un anno nel 1956 con grande riscontro di pubblico e di critica, tutti i difetti che ravviso nella prosa del grande scrittore quasi spariscono trascinati dalla forza narrativa dell’intreccio.

Anche il contrasto tra la figura di Luca e di Andrea Cipriani, eroe del paese e poi confidente del protagonista  ( si scoprirà in seguito anche una connessione della madre dello stesso, n.d.r.) aiuta lo svilupparsi di questa armonia unica nel suo genere.  

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