Parte l’iniziativa “Un libro per un’ora d’aria, dona un libro al carcere” nelle Marche

Parte l’iniziativa “Un libro per un’ora d’aria, dona un libro al carcere”, promossa dalla dall’AIB/Marche (Associazione Italiana Biblioteche). Un idea importante, condotta in collaborazione con Rotaract, con l’assessorato alla Cultura della Regione Marche e gli editori marchigiani al fine di aiutare in modo semplice e sostenibile le persone in prigione ad “evadere” con la mente ed ad affrontare adeguatamente il loro percorso di recupero.

Il tutto attraverso la donazione di libri ed altro materiale analogo sia nuovo che usato. Un iniziativa volta a far crescere le biblioteche degli istituti di pena marchigiani e che meriterebbe di avere un seguito ben più ampio a livello nazionale. Spiega l’assessore Regionale alla Cultura, Pietro Marcolini:

Il progetto nasce dalla volontà di far crescere le biblioteche degli istituti di pena delle Marche e sarà realizzabile grazie alla donazione di libri e altri materiali documentari, nuovi e usati, agli otto Istituti penitenziari presenti sul territorio.

Un piccolo passo per dare modo di cambiare, seppure in modo moderato, la situazione nelle quali le persone si trovano a vivere, spesso inficianti anche il percorso di riabilitazione delle stesse. Continua:

Si tratta di una piccola azione che cerca però di farsi carico della difficile situazione carceraria, al centro tra l’altro del dibattito nazionale in questi giorni, rispetto alla quale vogliamo dare un nostro contributo perché il carcere possa assolvere alla funzione costituzionale di recupero di chi si trova a viverlo.

Il progetto si svolgerà in tale maniera: prima di tutto vi saranno quattro mesi  a partire da ora fino ad aprile 2012, nel quale verranno raccolti libri e materiale attraverso le biblioteche e le librerie che avranno aderito all’iniziativa. Dopodiché si passerà ad effettuare una opportuna  selezione dei testi che verranno poi suddivisi nei vari istituti. Il fine ultimo è quello di rispondere alle esigenze delle carceri non solo in merito alla tipologia di lettura richiesta dalla popolazione carceraria, ma anche con l’impegno di creare dei “fondi di specializzazione” su particolari argomenti.

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