L’isola di Arturo di Elsa Morante

Credo che anche Giovanni De Feo, che ha scritto L’Isola dei Liombruni sia debitore, come molti altri scrittori, a L’isola di Arturo di Elsa Morante.

Non si tratta certamente di un romanzo facile e ci sono voluti anni prima che mi decidessi a leggerlo. Volendo dividere i libri in leggeri e pesanti, certamente L’isola di Arturo rientra tra quelli pesanti. La prosa della Morante richiede infatti tempo, silenzio, capacità di concentrazione. I ritmi, in un certo senso, sono quelli propri della vita su di un’isola.

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Ebook, è accordo Amazon-Mondadori

E’ accordo tra Amazon e Mondadori per la distribuzione attraverso Kindle di titoli in Italiano. Finalmente dal mondo dell’editoria digitale arriva una bella notizia riguardante il libro elettronico, nel nostro paese da tempo frenato anche da diversi “disturbi” tecnici come quello appena risolto dalla casa editrice milanese e dall’azienda statunitense.

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jonathan franzen libertà

Jonathan Franzen, Libertà

jonathan franzen libertà Jonathan Franzen è conosciuto ai più come autore de Le correzioni, che io, per il momento, non ho ancora letto. Mi sono invece cimentata con una raccolta di saggi che Einaudi pubblicò nel 2003, intitolata Come stare soli. Franzen, al pari di Roth, consolida la tradizione narrativa americana, la rende famosa nel mondo e i suoi romanzi fanno speso gridare al capolavoro.

Ma fu vera gloria? Devo essere sincera con voi: non sono una fan della letteratura americana, per quanto, dopo un iniziale scetticismo, io abbia amato Carver. Non ho amato molto neanche Roth (di cui però mi è piaciuto Patrimonio). Con Franzen il rapporto è altalenante, perché ho reazioni diverse a seconda che parliamo delle storie che narra o dello stile con cui lo fa.

Partiamo dalle storie e in particolare da quella di Libertà. Franzen ci racconta di Walter e Patty, del loro matrimonio, del rapporto con i figli e con il vicinato e poi lentamente ci costringe a spostare lo sguardo, ad ampliarlo, non solo sulle singole vite dei vicini, ma anche sul passato dei protagonisti.

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Ave Mary, la donna per Michela Murgia

Un libro sulla donna e la sua condizione partendo dalla figura della Vergine Maria. E’ quel’esperimento socio-teologico condotto con successo, stando al numero delle vendite registrate, della scrittrice Michela Murgia.

Ave Mary racchiude in sé tutte quelle riflessioni tipiche sul ruolo della donna partendo dal punto di vista della scrittrice, la prima a vivere in prima persona la condizione di donna in base a ciò che la società e la Chiesa hanno costruito negli ultimi secoli.Edito dalla Einaudi nella collana Stile Libero, Ave Mary è un volume che non lascia spazio ad interpretazioni e come la stessa autrice spiega alla testata Affari Italiani, vuole raccogliere con dovizia e senza soggettività quello che è stato il ruolo della donna.

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nicola gardini

Per una biblioteca indispensabile, la recensione

nicola gardini

Pochi giorni fa vi parlavo del libro Per una biblioteca indispensabile di Nicola Gardini. Dopo averne letto uno stralcio sul sito dell’Einaudi mi ero decisa a comprarlo ed ora eccomi qua, col tomo verde primavera in mano, a dirvi cosa ne penso e di quali libri parla.

Spero di non rovinarvi la sorpresa e di non spaventarvi elencandovi, per prima cosa, alcuni dei cinquantadue classici della letteratura italiana su cui Gardini si è concentrato. Non uso a caso il verbo “spaventarvi”. Con una mia amica, mentre scorrevamo l’indice, ci tornava in mente la nostra professoressa del liceo.

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nicola gardini

Nicola Gardini, Per una biblioteca indispensabile

nicola gardiniMi incuriosisce molto il libro di Nicola Gardini, edito da Einaudi. Si intitola Per una biblioteca indispensabile – Cinquantadue classici della letteratura italiana. L’autore ha selezionato appunto 52 classici della letteratura italiana, alcuni mal digeriti nelle lezioni di letteratura a scuola, altri meno conosciuti e li ha commentati.

L’intento è quello di prendere le suddette opere e semplicemente leggerle. Certo, Gardini ha seguito un criterio: ha messo insieme quelle che secondo lui sono le opere della tradizione letteraria italiana che meglio parlano, ci raccontano della mentalità italiana. Opere che si relazionano l’una con l’altra e creano una tradizione. Un’operazione che, in qualche modo, eseguiamo anche tutti noi lettori quando mettiamo in relazione tra di loro i libri che abbiamo letto.

Ora, dopo aver letto alcune pagine dell’introduzione, disponibili sul sito Einaudi e dopo aver scoperto che Nicola Gardini insegna letteratura italiana all’Università di Oxford sono stata tentata di fare un po’ dietro front sull’acquisto del libro.

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Adelphi, Einaudi, Giunti, Mondadori, Salani, minimum fax: avete una casa editrice preferita?

scaffale libri

Avete una casa editrice preferita? Apparentemente è una domanda priva di senso: leggiamo scegliendo il genere che più ci appassiona, l’autore che è in grado di coinvolgerci e farci astrarre dalla realtà, i temi che in quel momento ci interessano maggiormente.

Provate però ugualmente a fare un giro nella vostra libreria. Se doveste catalogare i libri per casa editrice, quale spiccherebbe per numero dei volumi? In Italia abbiamo a disposizione davvero molti editori, i cui libri siamo spesso in grado di riconoscere non solo dal logo, ma anche dalla carta, dalla copertina ruvida o liscia.

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Flannery O’Connor, Sola a presidiare la fortezza. Lettere.

Il mio rapporto con Flannery O’Connor è simile a quello di un innamorato. Ne ho prima sentito tanto parlare, chiedendomi cosa mai ci fosse di così affascinante in questa scrittrice da far nascere dei veri e propri circoli di ammiratori.

Poi ho cominciato un processo di avvicinamento al suo lavoro, tramite la raccolta di saggi pubblicata da minimum fax, che mi ha fatto scoprire una donna dalle idee molto chiare e dalle grandi capacità. In questi giorni, visto che volevo saperne di più sulla sua vita, sono alle prese con alcune delle sue lettere.

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Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca

Un bel giorno, nel 1975, gli amici di Adriana Zarri ricevettero una sua lettera in cui li informava che si stava ritirando a vivere in un eremo tutto suo, una vecchia casa in cui intendeva dedicarsi alla preghiera e al silenzio. Non ho idea se i suoi più cari amici furono stupiti della sua decisione. Forse lo furono di più i suoi numerosi lettori e spettatori.

La Zarri, giornalista, teologa, scrittrice e soprattutto pensatrice autonoma e rigorosa, era, lo è sempre stata, una donna importante per la cultura italiana, che diede però scandalo, come si suol dire, a molti ben pensanti per le sue opinioni molto nette a proposito della chiesa cattolica.

Diciamo pure che i testi della Zarri, messi insieme alle opinioni di Don Gallo, di cui abbiamo già parlato su Libri e Bit, sono in grado da soli di mettere in crisi e rifondare la fede di un comune cattolico.

Ma Adriana Zarri non era “solo” una teologa, era anche una donna di carattere, indipendente, con le idee chiare, che aveva persino lasciato pronta la sua epigrafe (la Zarri è scomparsa nel novembre del 2010).

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Intervista a Mariapia Veladiano, autrice di La vita accanto

Mariapia Veladiano ha da poco pubblicato con Einaudi La vita accanto, in cui racconta la storia di Rebecca, penalizzata dalla sua bruttezza, e delle persone che le vivono accanto. Con lei abbiamo parlato di amore, scrittura e cecità.

L.& B.: Vorrei partire dal finale, se non ti dispiace. Mi sembra molto misurato. Non siamo di fronte ad una tragedia, ma neanche di fronte ad un finale hollywoodiano. È un finale che si è scritto da solo o su cui ti sei dovuta imporre?
M. V.: Si è presentato. Davvero non c’è mai niente di programmato nella mia scrittura. Mi capita che in qualche modo la storia si muova da sola e si componga alla fine. Ma la conclusione della storia di Rebecca dice qualcosa in cui io credo molto, e cioè che ogni vita è possibile, che il bene e il male non stanno divisi qui sulla terra e che si vive spesso così, abitando una felicità leggera.

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