La vita accanto di Mariapia Veladiano

Qualche volta bisogna stare attenti anche a chi ci vuol bene.

La vita accanto di Mariapia Veladiano, edito da Einaudi è un romanzo che passerà velocemente di mano in mano. A prescindere, infatti dalla storia che racconta, questo libro richiama alla memoria di ognuno di noi quel senso di costrizione e di inadeguatezza paralizzante che molte volte ci ha fatto vivere una vita non nostra.

La protagonista di La vita accanto si ritrova rovinata non tanto dalla sua bruttezza quanto dalla reazione della madre al suo aspetto. Una madre anaffettiva e lontana, prigioniera delle sue aspettative e delle sue paure, incapace di superarle e superarsi per andare incontro a sua figlia.

Il padre di Rebecca tollera la figlia, che viene degnata d’attenzione solo dalla zia Erminia, una pianista solare, bella, libera che comprende che la musica sarà la salvezza di quella bambina cresciuta di notte, tenuta lontana dagli occhi del mondo.

Grazie alla passione per il pianoforte, alla sua bravura che le consentirà di essere ammessa al conservatorio e a Lucilla, la sua prima amica, incontrata sui banchi di scuola, Rebecca comincerà non tanto a percepirsi diversa (la sua bruttezza, potremmo dire, è oggettiva), ma a scoprire che l’orizzonte in cui vive può spostarsi un po’ più in là rispetto a quello limitante e limitato della sua famiglia.

Il romanzo ha vinto il premio Calvino 2010 ed è un’opera matura e compiuta. La scrittura della Veladiano non si perde in giri di parole, mi ha colpita proprio per questo, né in metafore inutili, descrizioni riempitive. Va dritta al segno, scolpisce la storia, ce la mostra, ci trascina dentro il dolore, ma riesce anche misteriosamente a lasciarci il giusto distacco. Se volete leggere un estratto del libro, lo trovate sul sito dell’Einaudi, ma io vi consiglio di comprarlo: lo leggerete tutto d’un fiato.

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