Multiversum, di Leonardo Patrignani: recensione

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Quando ti trovi davanti ad un libro come “Multiversum” di Leonardo Patrignani in grado di unirti tutti gli elementi fantasy che più ti attirano nella cinematografia, passi anche sopra ad un inizio non troppo entusiasmante e quasi scontato. Insomma, se il libro fa come il  buon whiskey, che invecchiando diventa più buono, non ci si può esimere dall’apprezzarlo.

Ed ovviamente attendere di leggere l’avventura successiva. Soprattutto ( e forse sarà un cliché ma perdonatemi, N.d.R.) se il volume in questione viene scritto da un’italiano. Siamo così abituati a vivere il genere fantasy come un qualcosa quasi sempre relativo agli scrittori oltreoceano, quindi è inutile dirvi che per me si tratta di una scoperta straordinaria questo scrittore. Anche se tutti ne hanno sempre parlato bene. Che volete farci? Il mio bisogno di “sedimentazione” prima del giudizio non è valido solo con le recensioni, ma anche con gli scrittori: difficilmente mi butto nell’acquisto incauto. Anche per Warm Bodies ho voluto vedere prima il film.

Comunque, tornando a noi ed a Multiversum, del quale non vi svelerò quasi nulla della trama, dovete capire che parla di universi paralleli e di capacità di parlare attraverso il pensiero: due temi spettacolari  e che personalmente amo molto. Quando si tratta di paradossi temporali e simili, non posso fare a meno di leggere o vedere. Ed è stata una fortuna: perché se mi fossi fermata all’inizio, traviata da pagine un po’ lente e quasi scontate, avrei perso il capolavoro che questo libro rappresenta. Quando uno scrittore riesce a farti amare due personaggi senza entrare per forza nello young adult, bisogna togliersi tanto di cappello. Ed è quello che vi invito a fare con Leonardo Patrignani, oltre che a comprare il libro. Ne vale davvero la pena. Chi possiede un lettore ebook può comprarlo in formato elettronico e risparmiare qualche euro (che comunque vale in pieno).

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