Truman Capote, di Gerald Clarke: recensione

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Truman Capote, di Gerald Clarke, è una biografia degna della fama del suo  protagonista. Un libro interessante sotto diversi punti di vista, tra cui ovviamente quello storico. Ed una bella sfida per chi come la sottoscritta ama leggere biografie di ogni genere e personaggio. 

Come ormai avrete imparato a conoscermi, io faccio sempre sedimentare i libri che leggo. Ed il tempo di “stasi” nella mia testa prima della recensione è necessario non solo a darmi il tempo di rivedere i passaggi che mi hanno poco convinto, ma mi danno la possibilità di riflettere sul contenuto stesso e sul fatto (o meno) di consigliarne poi la lettura. Per ciò che concerne Truman Capote, è innegabile che la materia prima ci sia ed in modo preponderante. Senza nulla togliere loro, non parliamo di biografie più o meno curiose della starlette di turno. Ma di un grande personaggio del passato.

Il bello di questa biografia, a prescindere dal fatto che ne è stato tratto il noto film, consta nella capacità dell’autore (attraverso le interviste dirette alla persona, a coloro che lo conoscevano ed al forte lavoro di documentazione, N.d.R.) di essere stato in grado di andare “sottotraccia”, di aver dato voce a quel tormento interiore che ha sempre caratterizzato questo “autore maledetto”, capace di dare vita a capolavori come Colazione da Tiffany. A forza di leggere biografie, sono dell’idea che anticiparvi qualcosa sia come dare una leccata al cioccolatino che state per mangiare, quindi passo. Ma vi posso assicurare che si scava nel profondo, e quando ciò succede con un personaggio come Truman Capote, il risultato è straordinario.  Vi dico solo che ci sono voluti quattordici anni a Clarke per scrivere questa biografia. E che il gioco è valso senza dubbio la candela. Quindi se il libro vi incuriosisce, per ciò che mi concerne vi do il pieno via libera.

Photo Credit | Getty Images

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