Dolores Claiborne, di Stephen King

Per la nostra consueta  recensione settimanale di un libro di Stephen King, oggi parleremo di uno dei miei libri preferiti:  Dolores Claiborne. Una storia che si discosta molto dai racconti dell’orrore che solitamente Stephen King tratta nei suoi romanzi. Qui più che altro si parla di orrori prettamente umani perpetrati sia dai cattivi della situazione che dai “buoni”. Si tratta infatti della storia di una donna che per salvare la figlia dalle attenzioni “sporche” del marito ubriacone, nonché picchiatore, decide di approfittare di una particolare occasione per eliminarlo dalla faccia della terra.

Parliamo di uno dei libri che fanno parte della serie delle eclissi (ricordate “Il gioco di Gerald“? , n.d.r.) : diverse storie collegate tra loro attraverso questo particolare agente atmosferico, che connette per qualche secondo ogni protagonista all’altro.

Il bello di questo libro non è rappresentato solo da una storia che per la sua semplicità ed “orrenda normalità” dà modo al lettore di immedesimarsi nei protagonisti, ma anche da un ritmo serrato e mai noioso e da un linguaggio decisamente diverso da quello utilizzato solitamente dallo scrittore. In questo caso infatti parliamo di una scelta talvolta grammaticalmente scorretta e ortograficamente traballante scelta apposta per caratterizzare meglio la voce narrante dell’intero intreccio.

È infatti Dolores  stessa a raccontare ciò che accade nell’arco di diversi decenni attraverso suo punto di vista schietto di donna che ha sofferto e che per sopravvivere ha dovuto mandare giù dei bocconi veramente amari. Vediamo quindi scorrere davanti ai nostri occhi, attraverso le parole di una donna semplice e poco incline ai vezzeggiativi, come un uomo possa toccare il punto più basso della sua esistenza e come una donna, o meglio una madre, sia in grado di mettere a repentaglio non solo la sua vita ma di sacrificare anche il bene che la figlia potrebbe volerle per proteggerla.

Un libro davvero interessante per approcciarsi allo scrittore anche se non si è mai letta una sua opera.

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