Incontro d’estate: l’ultimo libro di Capote

Si aggiunge un nuovo tassello alla bibliografia italiana dello scrittore Truman Capote. Famoso per il suo Colazione da Tiffany, da cui poi prese forma il romanticissimo film con la bella Audrey Hepburn, ora il nostro paese dedica nuovamente attenzione allo scrittore pubblicando Incontro d’estate pubblicato dalla casa editrice Garzanti. Dopo tanti anni è sicuramente un piacere leggere un autore protagonista della storia della letteratura americana che torna a entusiasmare il pubblico italiano dopo un lunghissimo periodo di silenzio. E chissà cosa direbbe oggi Truman Capote nel sapere che il suo primo romanzo, scritto quand’era molto giovane, è stato consegnato alla stampa. Capote aveva informato i giornalisti di un tempo dell’esistenza di Incontro d’estate ma proprio a loro aveva intimato che mai avrebbe voluto vedere il libro in stampa affermando anche di aver distrutto il manoscritto ritendendolo poco adatto, un enorme sbaglio di gioventù.

 Incontro d’estate è il primo romanzo del grande scrittore che, ancora una volta, narra la storia di una ragazza affascinante e capricciosa. La protagonista è Grady McNeil, una diciassettenne capricciosa e testarda che, in barba alle convenzioni dell’epoca, sceglie di conquistare la sua libertà ed essere indipendente dai suoi genitori e dalla società che opprime i suoi seogni di giovane donna.

I genitori di Grady partiranno per l’Europa e la giovane rimarrà da sola nel suo appartamento di New York, un’occasione imperdibile che vedrà la giovane ragazza iniziare una serie d’avventure tra cui una storia d’amore con il parcheggiatore ebreo e veterano di guerra Clyde Manzer; con lui Grady vivrà una storia d’amore passionale e proibita, un sentimento intenso che solo le giovani donne sanno provare a dispetto delle differenze sociali dell’epoca. La giovane ragazza sentirà così sulla propria pelle, come aveva fatto la dolce Golly Golightly, il peso di una società razzista e piena di pregiudizi che spesso venne dipinta, con dovizia di particolari e verità, da Capote.

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