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Serbia Hardcore: l’imperdibile diario di Dusan Veličković

copertina serbia hardcoreBelgrado. Nei Balcani c’è la guerra. Dusan Veličković, come molti altri, comincia con il tenere un diario.

Mette insieme appunti di vario genere, ma mano che la realtà intorno a lui cambia e registra i pensieri e gli umori propri, ma anche di chi gli sta intorno. Non pensate però che abbia realizzato una sorta di deprimente diario di guerra.

Gli appunti di Veličković sono pieni di aneddoti, di avventure, di dettagli spesso ironici quando non comici. Come un collage fotografico, ci consentono di farci un’idea del clima, dell’atmosfera di Belgrado.

I suoi commenti sanno però anche esseri amari e feroci, come quando racconta del giornalista italiano che lo raggiunge per poter scrivere un reportage e che vive di cliché sulla guerra.

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Recensione di “Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro

I nomi dei protagonisti di questa storia si chiamano Kathy, Tommy e Ruth. I loro cognomi non vengono forniti al lettore, al loro posto, infatti, seguono singole iniziali puntate, segno che, in fondo, la loro provenienza genealogica non sia poi così importante. I tre giovani non sono nati da genitori amorevoli, né sono stati abbandonati o sono rimasi orfani: a nessuno, loro inclusi, è permesso sapere chi abbia voluto la loro nascita e a quale scopo sia concesso loro di vivere. I tre ragazzini, cresciuti nel collegio inglese di Hailsham, inizieranno a conoscersi fin da piccoli condividendo momenti di gioia, spensieratezza e giochi d’infanzia. I giorni scorrono veloci tra lezioni scolastiche, incontri con insegnanti duri e luoghi e parole misteriosi, fino al momento della loro adolescenza quando finalmente scopriranno la verità e il motivo per il quale a loro, come a nessun altro ragazzo del collegio, sarà permesso vivere una vita normale, sposarsi, lavorare e avere figli.

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Il mangianomi di Giovanni De Feo: la prima parte online

copertina mangianomi de feoDi Giovanni De Feo ho amato molto L’isola dei Liombruni. De Feo ha talento da vendere, scrive molto bene, sia che si tratti di descrizioni, di battaglie, di dialoghi.

La sua è una scrittura molto molto rifinita e mi piace in particolar modo la cura che mette nello scegliere i nomi dei protagonisti come dei comprimari delle sue storie.

Da tempo mi ripromettevo di leggere anche Il Mangianomi che, sottraendo a chiunque e a qualunque cosa il proprio nome, lo rende vuoto e inutile.

Nel Ducato di Acquaviva sanno che l’unica possibilità di salvezza è Magubalik, cacciatore leggendario. Riuscirà almeno lui a sconfiggere il tremendo Mangianomi? Se la storia vi incuriosisce, allora dovete proprio approfittare del regalo della Salani.

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Presentazione di “Avevano spento anche la luna” di Ruta Sepetys

Uscirà domani in tutte le librerie italiane per Garzanti “Avevano spento anche la luna”, il nuovo romanzo di Ruta Sepetys che nel mondo ha già riscosso molto successo guadagnando ottime recensioni in tutto il mondo dove è stato pubblicato in ben 28 Paesi. Ruta Sepetys è così pronta ad approdare anche in Italia con un romanzo incredibile che, complice le parole della giovane protagonista e del suo dolore, fanno riecheggiare tra le pagine del libro una sofferenza che ancora oggi viene ricordata come una tra le più terribili che la storia ricordi. 

Questa viene raccontata dall’autrice che si ritrova al tempo stesso voce narrante e diretta protagonista delle sofferenze vissute all’interno dei campi di lavoro in Siberia, il luogo del terrore che la stessa Sepetys ha visitato raccogliendo immagini e documentazioni. In attesa che il romanzo faccia finalmente capolino nei nostri scaffali vi lasciamo la trama del testo.

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La morte in pentola, un giallo di Gaia Conventi

copertina morte in pentolaSu Libri e Bit ho già parlato di Gaia Conventi. E’ infatti una delle due autrici del romanzo erotic-noir CipriaVaniglia. La vera passione della Conventi è però il giallo. Ha infatti già pubblicato romanzi e racconti noir, che si sono anche aggiudicati alcuni premi di categoria.

La morte in Pentola è la storia di Franca, della sua passione per i Gialli Mondadori e di una gita in autobus a Ferrara. Costretta ad accompagnare la sua amica Iole per tenerla sotto’occhio, si sorbirà una terrificante e inutile scarpinata nella città per approdare poi alla classica vendita di pentole e accessori da cucina.

La Iole non è un tipo facile, soprattutto perché se ne va in giro sventolando un preziosissimo anello, che attirerà ben presto l’attenzione di tutta la comitiva. Toccherà alla Franca, proprio durante il viaggio di ritorno, risolvere il giallo che vedrà come sospetti i partecipanti alla gita.

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Cirkus Columbia di Ivica Djikić

cirkus columbia copertina zandonaiDopo aver letto Cirkus Columbia, mi è subito venuta voglia di andare a scoprire se Ivica Djikić ha scritto qualcos’altro.

Sono una lettrice vorace, ma difficilmente mi lego ad un autore. Questione di gusti personali, naturalmente, ma davvero pochi riescono a conquistarmi.

In Ivica Djikić ho trovato la capacità, niente affatto comune, di raccontare con un tono leggero, ma mai irriverente, anche le storie più difficili.

Il suo Cirkus, il vorticare di tante piccole storie, di singole persone, dei loro sentimenti, della loro vita e della loro morte, è impeccabile: tutto tiene in questo romanzo breve ma davvero impegnativo.

Chiariamoci: non impegnativo in quanto a stile, visto che il suo autore mescola sapientemente un’ottima capacità narrativa, una profondità d’analisi e un linguaggio accessibile.

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Poesiole doppiosensuali, la poesia erotica di Clara Vajthò

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Non so se con l’avvento dell’editoria digitale aumenterà il consumo della letteratura e della poesia erotica. Quello che è certo è che recentemente, per un motivo o per l’altro, sono io ad imbattermi in questo genere di narrativa.

A volte il romanzo è ammantato di una sessualità velata, altre volte si tratta di romanzi esplicitamente erotici, come CipriaVaniglia, in ogni caso mi sto facendo un’idea della narrativa erotica al femminile. E la poesia?

Tempo fa avevo intervistato l’editore di Graphe.it, che ha tra le sue pubblicazioni anche Poesiole doppiosensuali di Clara Vajthò. Dopo un’iniziale curiosità le avevo messe da parte, ma visto che il destino cospira contro di me, mi sono detta che questo era il momento buono per dare un’occhiata alla raccolta.

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Rose Madder, di Stephen King: recensione

Tra le opere di Stephen King, Rose Madder rientra senza dubbio tra quelle che ho amato di più. Non solo perché ad essere protagonista è una donna reale, semplice, e prigioniera di problemi più grandi di lei e quindi in grado di scatenare immediatamente compassione partecipazione, ma perché questo volume è caratterizzato da un particolare ritmo di narrazione che l’accompagna dalla prima all’ultima pagina. Senza alcuna interruzione.

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CipriaVaniglia: un erotic noir tutto al femminile

copertina cipriavanigliaNon sapevo che esistessero romanzi erotic-noir né che ci fossero premi dedicati al genere erotico, come l’Eroxè Context, vinto nel 2011 proprio da CipriaVaniglia. Le due autrici le ho conosciute in circostanze diverse, la prima, Maria Silvia Avanzato, come autrice di una chick lit all’italiana; la seconda, Gaia Conventi, come referente di Gumwriters.

Non sapevo cosa aspettarmi da questo romanzo scritto a quattro mani e devo ammettere, che pur avendo già apprezzato molto la verve e lo stile delle due autrici, temevo di ritrovarmi di fronte ad una storia scontata e al femminile, nel senso peggiore che si possa attrbuire a questa espressione.

Invece, sorpresa, il romanzo è godibilissimo e per vari motivi. Primo in assoluto: è scritto bene. Una qualità oggi rara, almeno secondo me. Leggo molti libri interessanti e passabili; storie redatte con un linguaggio scorrevole e accessibile, ma niente di più. Qui invece trovo inventiva, un’ottima padronanza della lingua italiana e della tecnica narrativa.

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La sessantenne e il giovane, recensione

copertina nora iugaVi avevo segnalato tempo fa un curioso romanzo, dal titolo La sessantenne e il giovane, edito da Nikita. Incuriosita dal catalogo dell’editore, mi ero però lanciata nella lettura di Relazioni Morbose, che affrontava l’amore da tutt’altro punto di vista e soltanto in questi giorni mi sono decisa a riprendere in mano la storia di Anna.

Anna ha sessant’anni, è una poetessa. Di fronte a lei c’è un giovane scrittore. Giovane nel senso che ha venticinque anni meno di lei, ma siamo comunque in presenza di un uomo di trentacinque anni. Che la ascolta narrare la propria storia, senza mai essere interromperla o distogliere lo sguardo. Anna, come un fiume in piena, ripercorre la sua giovinezza, la sua amicizia con Terry, il suo amore per Nino e il proprio percorso di artista, senza timore di annoiarlo.

Tra i due, sappiatelo, non accadrà niente. Non c’è un finale all’americana, in cui i protagonisti all’improvviso, colti da passione, superano la barriera dell’età e si perdono nell’attrazione reciproca. Tuttavia, leggendo, non riesco neanche a pensare che questo giovane uomo sia un semplice escamotage narrativo, un modo per renderci meno pesanti le memorie della protagonista.

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