Cirkus Columbia di Ivica Djikić

cirkus columbia copertina zandonaiDopo aver letto Cirkus Columbia, mi è subito venuta voglia di andare a scoprire se Ivica Djikić ha scritto qualcos’altro.

Sono una lettrice vorace, ma difficilmente mi lego ad un autore. Questione di gusti personali, naturalmente, ma davvero pochi riescono a conquistarmi.

In Ivica Djikić ho trovato la capacità, niente affatto comune, di raccontare con un tono leggero, ma mai irriverente, anche le storie più difficili.

Il suo Cirkus, il vorticare di tante piccole storie, di singole persone, dei loro sentimenti, della loro vita e della loro morte, è impeccabile: tutto tiene in questo romanzo breve ma davvero impegnativo.

Chiariamoci: non impegnativo in quanto a stile, visto che il suo autore mescola sapientemente un’ottima capacità narrativa, una profondità d’analisi e un linguaggio accessibile.

Impegnativo nel senso che impegna il lettore, che anche quando parla di guerra lo porta a scendere dall’alto delle solite considerazioni per entrare nella vita del singolo jugoslavo, serbo o croato che sia. Ecco una delle virtù del romanzo: alla fine, per noi estranei, non c’è più il conflitto tra serbi e croati, ma ci sono persone.

Persone che muoiono, che sparano, che scappano per non essere complici, che diventano complici per non compromettersi. Persone che amano, che lasciano, che non trovano più il senso della vita o che continuano a cercarla in eterno. Persone che scrivono lettere, altre che le aspettano. Il mondo jugoslavo diventa, in qualche modo, il nostro mondo.

Naturalmente sono andata a sbirciare su Youtube i video del film tratto dal romanzo. L’ho trovato in lingua originale. Mi sembra che il film sia un buon film, ma che abbia il difetto di esplicitare tutto ciò che l’autore non ci dice e che, in un certo senso, non dobbiamo sapere, e di mettere in ordine le storie che invece si intrecciano.

In qualche modo, il film toglie al libro l’identità di Cirkus, ne appiana le contraddizioni, ci restituisce una guerra molto più vicina al nostro immaginario. Eppure ha il grandissimo pregio di dare un volto ai personaggi, di darci dettagli che noi da cittadini non jugoslavi non possiamo immaginare. Aspetterò di vederlo in italiano per fare un confronto più corretto.

Per i dettagli della trama vi rimando al sito della Zandonai, intanto vi lascio con una citazione:

La guerra cominciò durante l’ora di storia dell’arte. Entrò nella nostra classe verso le otto di quella tetra mattina, era un po’ nervosa e le mani le tremavano leggermente. Aveva le sembianze del preside del nostro liceo Stanko Rubić e disse così: «Cari studenti, a giudicare da tutti i sintomi, la guerra è cominciata anche da noi. Cercate di raggiungere con precauzione le vostre case, poi vi faremo sapere quando sarà il caso di ritornare sui banchi. Arrivederci!». Poi la guerra si propagò anche nelle altre classi e in breve tempo raggiungemmo tutti le nostre abitazioni, seri e silenziosi. Era il 2 aprile 1992.

Autore: Ivica Djikić
Titolo: Cirkus Columbia
Traduzione di Silvio Ferrari
Editore: Zandonai
Anno: 2008
Pagine: 136
Prezzo: € 13,50
eBook (formato Mobi/ePub): € 7,90
ISBN: 978-88-95538-19-8

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