Tutto è fatidico, di Stephen King: recensione

Se dovessi trovare una definizione per la raccolta di storie “Tutto è fatidico” di Stephen King, forse userei la parola bilanciata. Questo perché al suo interno, spulciando le 14 storie, si passa dal capolavoro, fino ads arrivare alle storie più insulse. È innegabile, l’essere una fan di lunga data non permette l’ipocrisia. Vi è del buon materiale, ma vi sono anche delle storie che se non fossero state scritte, il mondo della letteratura non si sarebbe disperato.

Tra le tante, in positivo, spicca “Le piccole sorelle di Eluria”: non perché si sia reso protagonista di una prosa eccellente o di una storia fantastica, ma più che altro perché connota in qualche modo, ed ancora una volta la vita di Roland, il protagonista della saga della Torre nera, parlando dell’unica “donna” che sia stato in grado, almeno fino all’incontro con Rosalia in “I lupi del calla”, di suscitare in lui dei sentimenti dopo Susan Delgado.

Un vero e proprio colpo di genio, per la suspense nella quale è in grado di tenere il lettore, è rappresentato da “Autopsia 4”. Il vedere dal punto di vista di un “morto” gli attimi precedenti all’esame autoptico è in grado di scatenare una serie di emozioni contrastanti ed un’attesa che non sempre gli scrittori riescono a raccogliere attraverso i racconti brevi.

A mio parere quest’ultima e “1408” valgono da sole l’intero prezzo del libro. Non solo perché dotate di una certa padronanza di linguaggio che non sempre Stephen King propone nelle sue opere, ma perché essenzialmente complete e prive di fronzoli. Si tratta di storie che hanno il loro perché, che hanno un impianto solido nonostante la loro diversità e per quanto riguarda “1408”, ciò è dimostrato anche dalla trasposizione cinematografica che vede John Cusack come protagonista. In assoluto uno dei migliori film tratti dai libri o da storie di Stephen King. E solo i suoi fan sanno quanto sia difficile che questo accada.

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