La vita sessuale di Gheddafi in “Le prede”

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Di Muammar Gheddafi si è sempre parlato nei libri: saggi di politica e storia nei quali si affrontavano le sue gesta in battaglia o si discuteva della sua politica interna o estera e della sua particolare dittatura. Difficilmente ci si lasciava andare a parlare di quella che era la sua sfera personale. A questo ci ha pensato la giornalista francese Annick Cojean, che nel suo “Le prede” parla dei gusti sessuali del dittatore.

Gheddafi non è stato solo un feroce dittatore libico, ma si è distinto per forze e brutalità, a quanto pare, anche per i suoi gusti sessuali e per il modo in cui trattava le donne “dedicate” al suo piacere. Un vero e proprio velo che si squarcia su un mondo che non ha niente a vedere con il regolato e sano BDSM tra persone consenzienti, ma che ha in comune più di un elemento con l’annichilimento e l’umiliazione che è possibile leggere nelle opere di De Sade.

Ovviamente tutti i nomi contenuti nel libro delle donne intervistate non sono quelli reali, per proteggerne l’identità e la vita. Una delle storie che più colpisce tra quelle che emergono è quella di Soraya. Una ragazza di 23 anni strappata appena quindicenne dai suoi affetti e dalla sua famiglia dalle guardie personali di Gheddafi, le Amazzoni, e portata a Tripoli da Sirte, la città nella quale viveva.  Un destino comune di molte ragazze e ragazzi, a seconda del gusto del dittatore. La giovane racconta del primo incontro e di come il Colonello, nel mese sacro del Ramadan, per non contravvenire ai precetti maomettiani, la faceva chiamare, abusava di lei e non eiaculava alla fine dell’atto.

Secondo le ricostruzioni della giornalista francese dietro al procacciamento delle vittime della lussuria di Gheddafi vi era una vera e propria organizzazione di persone appartenenti al regime pronte a tutto pur di soddisfare l’ora defunto despota. Un reportage pieno di orrori, ma capace di aprire una finestra su ciò che finora del Colonello non era stato mai detto.

Photo Credit | Getty Images

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