“Non tutti gli uomini vengono per nuocere” di Federica Bosco, recensione

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Come il titolo di “Non tutti gli uomini vengono per nuocere” di Federica Bosco fa intuire, in questo caso ci troviamo davanti a un romanzo di quelli ironici, spensierati, che possono essere letti in poco tempo e non deludere eccessivamente. Mi sono buttata in questo caso ed ho deciso di leggere sebbene inizialmente l’idea non mi piacesse pia di tanto. E devo dire che non è stata male l’impressione che ne ho ricavato.

Devo dirvi che è il capolavoro che ho aspettato per tutta la mia vita? No, non posso dirvelo questo perchè non sarebbe la verità. Ma posso assicurarvi che è una lettura che scorre abbastanza facilmente. La storia se si percorre la bibliografia di Federica Bosco magari sembra anche un po’ scontata ed a me personalmente ha ricordato una Bridget Jones moderna.  Un difetto? No, non del tutto. Io quando mi trovo a leggere libri leggeri come questo, do quasi sempre per scontato che eventualità del genere possano verificarsi e quasi mai, va ammesso, tale “ripetitività” in questo genere crea problemi. Soprattutto se alla base vi è una brava autrice e Federica Bosco rientra in questa equazione. Fortunatamente poi, i suoi personaggi, per quanto un tantino scontati in alcune sfumature, sono be caratterizzati ed immedesimarsi o provare simpatia per i protagonisti è facile.

Poi lei,  poco più che trentenne, indipendente e fidanzata che rimane senza casa, uomo, lavoro e si ritrova a tornare in una famiglia che perfetta nella sua imperfezione le rende la vita un inferno. Insomma  gli elementi per un libro in grado di distrarre, visto da un punto di vista femminile ci sono tutti. Ed in effetti ci sono. Personalmente sono dell’idea che sia un libro che possa essere letto dai maschietti senza alcun problema, risultando divertente e privo di troppe pretese. Vi consiglio di buttarvi senza pensarci troppo su.

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