Vargas Llosa, la letteratura non è per le persone soddisfatte

mario vargas llosa

La letteratura non dice nulla agli esseri soddisfatti del loro destino, pienamente appagati dalla vita così come la vivono. La letteratura è alimento per gli animi indocili e propagatrice di disaccordo, un rifugio per chi ha troppo o troppo poco nella vita, nel quale poter non essere infelice, dove non sentirsi incompleto, irrealizzato nelle proprie aspirazioni.

Mi sono imbattuta in questa frase del premio Nobel 2010 Mario Vargas Llosa mentre sbirciavo il blog Il mestiere di scrivere. La citazione è in realtà molto più ampia e i concetti complessi. Sono stata però immediatamente colpita da questa idea, che chi è soddisfatto di sé non sente il bisogno della letteratura.

D’istinto è una frase che sento mia, ragionandoci però non mi è sembrata più tanto foriera di verità. Mi sono chiesta se esistano davvero persone così. Ci sono davvero uomini e donne così soddisfatti di sé? E’ un tipo di soddisfazione che può appartenere all’uomo? O piuttosto ragionando così cerchiamo di scavare un confine tra chi si nobilita mostrando di leggere e scrivere e tutti gli altri?

Llosa afferma anche:

Una persona che non legge, o legge poco, o legge soltanto spazzatura, può parlare molto ma dirà sempre poche cose, perché per esprimersi dispone di un repertorio di vocaboli ridotto e inadeguato. Non è un limite soltanto verbale; è, allo stesso tempo, un limite intellettuale e dell’orizzonte immaginativo […]

Passi per i vocaboli limitati, ma non me la sento di condividere neanche tutta questa riflessione. Ho conosciuto persone dai grandi orizzonti immaginativi, che non avevano mai letto romanzi. Forse c’è una differenza tra chi non li ha letti perché non ha voluto e chi non li ha letti perché non ha potuto, ma non per questo ha smesso di pensare.

Insomma, per me, nel mio quotidiano intendo, la letteratura è vita. Non posso pensare a me stessa senza un libro da leggere o da scrivere. Eppure, non me la sento neanche di delegare alla letteratura tutti questi significati e questo potere di cambiamento. Perché l’uomo non è e non sarà mai ad una dimensione, neanche se tanto nobile quanto questa.

Photo Credits | Pontificia Universidad Catholica de Chile

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