Buona e cattiva letteratura

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Sto leggendo Serbia Hardcore, di Dušan Veličković (1947), giornalista, scrittore ed editore serbo, pubblicato in Italia da Zandonai. E’ una raccolta di appunti scritti durante la guerra e ve ne parlerò dettagliatamente in una recensione. Oggi invece vi riporto una sua nota, scritta a proposito della buona e cattiva letteratura.

Secondo Veličković la cattiva letteratura è inevitabile e non è un male, perché alla fin fine stimola la buona letteratura. Ciò che trovo interessante è che Veličković considera la dinamica cattiva/buona letteratura come legata ai problemi della guerra (del regime, della censura, degli intellettuali minacciati). Il che mi fa venire in mente la considerazione di una mia amica lettrice.

E’ forse possibile che da noi la cattiva letteratura abbondi perché non ci sono più stimoli? Perché non abbiamo più niente da dire, visto che ci è concesso dire e pubblicare tutto? Certo, non dobbiamo certo sperare in tempi difficili al solo scopo di leggere un romanzo di alto livello. Tuttavia, sembra che a volte la mollezza riduca la creatività.

Voi che ne pensate? Prima di lasciarvi alla citazione, vi invito: vi va di segnalarmi quelli che secondo voi sono ottimi autori italiani? Intendo quegli scrittori che si candidano non solo a diventare dei classici, ma a lasciare un segno per come hanno raccontato ed eventualmente commentato i nostri tempi?

Se siamo d’accordo che non bisogna mistificare la letteratura e la capacità di scrivere, non rimarremo sorpresi dal fatto che, in ogni tempo e a tutte le latitudini, sia stata prodotta molta più cattiva che buona letteratura. In realtà, credo che la letteratura sia soprattutto appannaggio di dilettanti che attingono a risorse proprie e il cui risultato è direttamente proporzionale al talento di colui che scrive. Tutti, nessuno escluso, possono decidere di mettersi a scrivere, anche coloro che riprendono formule espressive vecchie e superate, o che si impegnano a divulgare i propri orientamenti politici. Sono convinto che il predominio della cattiva letteratura su quella buona sia logico e persino utile. La frustrazione che deriva da questa constatazione risveglia il bisogno di scrivere opere di valore, stimolando sia la creatività sia il senso critico del lettore. Sono convinto che in futuro, in un tempo di pace, ciò accadrà.

Photo Credits | CCAC North Library su Flickr

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