E’ morta la poetessa e premio nobel Wislawa Szymborska

poetessaSi è spenta ieri, all’età di 88 anni, la poetessa Wislawa Szymborska. Il premio nobel per la letteratura è morta all’interno della sua abitazione di Cracovia, dopo aver combattuto contro una lunga malattia. La donna, nata nel 1923 a Kornik, vicino a Poznan, iniziò la sua soddisfacente ed eclettica carriera pubblicando le proprie poesie su un quotidiano.

La fama, in Polonia, inizia ad arrivare  dopo il 1956, grazie alla composizione di alcune particolari raccolte dai  nomi molto fantasiosi come “Sale”, “ Richiamo allo yeti” e “Gran Divertimento”, che racoglievano componimenti riguardanti la vita di tutti i giorni. Un fattore quello della quotidianità, che non le ha impedito di inserire all’interno dei suoi scritti riflessioni morali di una certa caratura.

Il successo si è poi man mano ampliato a partire dagli anni 60 anche in Germania, Inghilterra, Russia e Svezia. Anche se, inutile dirlo, le traduzioni delle sue opere hanno subito un vero e proprio boom solo dopo l’assegnazione del nobel nel 1996. In Italia la pubblicazione delle poesie dell’artista sono state curate da Vanni Scheiwiller, che ha dapprima pubblicato prima un’edizione fuori commercio nel 1994, poi nel 1996 la raccolta “Gente sul Ponte”.

Ciò che ha stimolato in maniera molto forte i suoi estimatori, è stata la possibilità di riscontrare  nei suoi versi un forte connotato di unione alla vita spirituale. L’animo e il divino hanno trovato spazio nelle sue liriche. Un ulteriore particolarità a loro attribuibile è la lucidità e ò l’ironia con la quale essi si esprimevano davanti ai problemi morali tipici della nostra epoca.

Spesso brevi come aforismi i suoi componimenti fanno apparire l’uomo come una forza contrapposta alla natura ed ad esso estraneo. E se il suo traduttore ufficiale italiano, Pietro Marchesani, interrogato sulla composizione poetica della Szymborska, ha sempre sostenuto che il segreto delle poesie dell’artista sta nella presenza dell’ “incanto”, lei ha sempre sostenuto che poesia stessa ha origine esclusivamente nel silenzio.

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