Ana María Matute: suo il Premio Cervantes 2011

Riceverà il Premio Cervantes il prossimo 23 aprile Ana María Matute, scrittrice e membro della Real Academia Española.

La scrittrice, tutt’oggi considerata una delle penne più rappresentative del periodo del postguerra, si racconta al quotidiano El Pais narrando la sua storia, il suo amore per la letteratura e le ragioni che la spinsero a dedicare la sua vita alla scrittura.

“La scrittura mi ha salvato la vita”, dice Ana María Matute, 86 anni, seduta sul suo divano nel salotto della casa di Barcellona che la circonda come un quadro, colmo di immagini alle pareti e libri dalle copertine colorate.
“Ho iniziato a scrivere all’età di cinque anni e non ho mai smesso. La scrittura è stata per me come un rifugio durante i momenti difficili della mia vita, è stata la ragione per la quale ho continuato a vivere. E già dai primi racconti” spiega, “sapevo che sarai diventata una scrittrice. Leggevo e pensavo che presto lo sarei diventata anche io”.

L’immaginazione ha avuto una grande importanza durante il suo lavoro, così come la realtà che la scrittrice, davanti alle telecamere dei giornalisti, definisce come “l’immaginazione più fervida”.
Nella sue opere, le gioie infantili e i primi sorrisi adolescenziali si mescolano a temi più duri come la povertà e la Guerra Civile, grande piaga della storia della penisola iberica fino a trovare temi moderni come i grandi difetti della società contemporanea dove l’ipocrisia, il materialismo e l’alienazione regnano sovrani. Tra le sue opere principali ricordiamo Dimenticato Re Gudù, unico romanzo fantasy della scrittrice e pura fiaba.

E cosa dirà durante la cerimonia di consegna del premio, domanda la giornalista. “Questa sarà la parte più difficile della mia carriera. Non sono una donna da grandi discorsi, amo parlare poco. Scrivo, è vero. Ma amo parlare molto poco”.

Ecco il link dell’intervista integrale.

[Photo Credits fundacionlengua.com]

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