Recensione di “Come sono diventata scrittrice” di Eudora Welty

E’ difficile poter definire questo romanzo una manuale di scrittura come molti critici hanno asserito in alcune recensioni e mi dispiace dover dire che, per ciò che mi riguarda, nel testo non ho trovato i riferimenti che mi aspettavo di poter leggere in un romanzo dalle premesse così interessanti. Come sono diventata scrittrice non parla in realtà del percorso “materiale” nel mondo dell’editoria e della narrazione, ma piuttosto di una lunga serie di ricordi e di frammenti di vita che ci accompagnano nell’infanzia, nell’adolescenza e nei primi anni dell’età adulta della scrittrice. Eudora Welty racconta con dolcezza gli anni della sua formazione, le prime letture e la passione per la narrazione, un racconto pregno di ricordi dell’infanzia, dei primi giochi spensierati e delle riflessioni, già mature e consapevoli, del mondo degli adulti. Alle gioie di Eudora Welty ragazza, seguiranno poi gli anni della Grande Depressione, un periodo che segnò per sempre la società americana e che, al tempo stesso, stimola la creatività della scrittrice regalandole parole, racconti e tante fotografie.

Al lettore però manca sapere come realmente la scrittrice si sia avvicinata a questo mondo, come gli eventi del presente abbiano condizionato le sue scelte del futuro e come tutte le sensazioni e i pensieri resi in parole e paragrafi siano poi stati pubblicati. E’ come se in una narrazione perfetta, scandita dalla scelte linguistiche di un’ottima traduzione, qualcosa fosse andato perduto o dimenticato. Come se il finale di un film lasciasse ancora una serie di delitti non svelati, come se alla fine di un viaggio ci ricordassimo di non aver visitato un luogo importante. Come sono diventata scrittrice, e mi perdoneranno tutti coloro che invece l’hanno adorato, non ha soddisfatto le curiosità che speravo di poter finalmente scoprire, ossia la vita pratica di una scrittrice immersa in un contesto difficile che scopre la sua passione per la scrittura ed è costretta a difenderla da chi si oppone a un futuro fatto di inchiostro.

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