Volta la carta, gli interventi della settimana

Si sta svolgendo una settimana davvero importante per  L’Aquila e la letteratura. E’ infatti in corso dallo scorso mercoledì il festival della letteratura indipendenteVolta la Carta”. Un evento importante non solo dal punto di vista strettamente tecnico della presentazione di opere indipendenti e poco conosciute, ma anche dal punto di vista della rinascita culturale della città.

Un aforisma di Fabrizio De Andrè dà il nome alla manifestazione che nasce grazie alla collaborazione del Salone del Libro di Torino,  a quella dell’Associazione culturale libri al sole ed alla Fondazione Fabrizio De André, da sempre attenta sul tema.

Ovviamente tale titolo è stato scelto sia per ricordare ai partecipanti il semplice gesto che ognuno di noi fa per leggere un libro, sia per dare un segnale forte alla cittadina colpita nell’aprile 2009 dal terremoto: è ora di voltare pagina e riscrivere la propria vita. Ogni giornata ha visto l’intercambiarsi di temi specifici attraverso tavole rotonde e convegni con partecipanti davvero di pregio: Daria Bignardi, Paola Calvetti, Andrea Camilleri, Donato Carrisi, Dacia Maraini e Giuseppe Marino solo per citarne alcuni. Molta rilevanza ha avuto la partecipazione della scienziata Margherita Hack che insieme a Marco Santarelli ha presentato il tomo “L’Aquila volta la carta: conversazione tra Margherita Hack e Marco Santarelli”, edito da Arkhe’ Edizioni.

Un libro intervista nella quale la donna non lesina tirate d’orecchie  a vari livelli commentando con estrema sagacia gli avvenimenti occorsi nel nostro paese negli ultimi tempi. In particolare su quella che può essere convenzionalmente riconosciuta come l’etica della comunicazione.

Di etico oggi in Italia c’è molto poco. Si tratta di parlare chiaro e di far conoscere ai cittadini la realtà e non di promettere mari e monti. Legalità vuol dire essere sinceri con i cittadini.I ragazzi hanno diritto di sviluppare le proprie capacità, di finire l’Università, anche se hanno pochi mezzi economici. Oggi, con la riforma Gelmini, l’accesso all’Università e’ diventato privilegio per ricchi.

Quello del mancato appoggio alla ricerca ed ai giovani è un problema molto sentito dalla scienziata:

Stiamo spendendo per formare delle eccellenze che poi costringiamo ad andare all’estero: in Francia, negli Stati Uniti, in Spagna, in Germania. Bisognerebbe procedere non dico in modo civile, ma almeno in modo intelligente.

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