Le pagine strappate, di Cristina Comencini: recensione

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Le pagine strappate, di Cristina Comencini, è stata una delusione. Non ho altre parole per definire un libro che in teoria prometteva un vero e proprio mondo e che alla realtà dei fatti, una volta arrivati alla lettura, non è stato in grado di spiegare nemmeno il suo messaggio. 

E fatemela dire tutta: da una scrittrice come Cristina Comencini non me l’aspettavo proprio. Difficilmente mi lascio “trasportare” da questo tipo di narrativa. E se lo faccio solitamente accade perchè almeno su carta la storia sembra mostrare potenzialità e capacità di coinvolgermi. Quando questo non accade nonostante le premesse provo seriamente fastidio.  e purtroppo è quello che è successo in questo caso. Nonostante lo stile di scrittura dell’autrice non mi dispiaccia affatto. Prima di scrivervi questa recensione sono andata a vedere cosa ne pensassero generalmente i lettori. E mi sono resa conto che il sentire è stato comune: è come se il messaggio che la Comencini voleva esprimere fosse stato troncato a metà senza soluzione.

E se un romanzo che parla del rapporto tra genitori e figli si tratta di qualcosa di seriamente inaccettabile. Inutile prendersi in giro.  L’argomento, è vero, era tutt’altro che facile da affrontare. Ma per quanto ad uno scrittore non faccia piacere che qualcuno glielo dica, c’è da chiedersi se Cristina Comencini si sia resa conto che non era un tema alla sua portata. O per lo meno se si sia resa conto il risultato finale non sia stato poi così buono rispetto ad altri suoi lavori.

Potremmo parlarne per ore, ma quel che rimane, nonostante uno stile gradevole e una storia che meritava, è che il risultato è stato ampiamente cassato e non centrato nemmeno lontanamente. Un vero peccato, va ribadito. Perchè poteva rivelarsi l’opera magna della scrittrice se fosse stato affrontato in maniera soddisfacente. Voi l’avete letto? Che ne pensate?

Photo Credit | Getty Images

4 commenti su “Le pagine strappate, di Cristina Comencini: recensione”

    • è essenzialmente la storia di un padre di tre figlie che si trova ad avere a che fare con la depressione di una di loro. E come accade in tutte le famiglie poi da una piccola “finestra” su un tale problema si apre un mondo intero di conflitti e cose non chiare. Insomma, un’ottima partenza ( la storia) secondo me, ed un pessimo proseguo. Forse sono troppo selettiva, ma da questi libri mi aspetto coinvolgimenti e lacrimoni.. :). Solo mio questo problema, non penso. Ma insomma… diciamo che è uno di quei libri che consiglierei di leggere solo se prestati. Fermo restando che dare fiducia ad una scrittrice come lei è un tentativo che può essere fatto senza troppi rimorsi. 🙂

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