I love shopping in bianco, di Sophie Kinsella: recensione

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Sophie Kinsella è una delle mie autrici preferite di chick-lit. Non è quindi un caso che io mi ritrovi a recensirla spesso. Ma prima di proporre il mio punto di vista sui libri della sua saga più famosa, faccio sempre decantare un po’ le mie impressioni per renderle il più possibile oggettive. E l’ho fatto anche con “I love shopping in bianco“.

E’ il motivo per il quale questa recensione arriva a stretto giro con l’avventura newyorkese di Rebecca Bloomwood e le altre seguiranno presto tale percorso. L’unico problema? Per quanto mi piaccia lo stile della scrittrice, detto fuori dai denti, non sopporto proprio il personaggio di Rebecca. Che sembra non liberarsi mai da quella patina di stupidità che la fa sembrare oca anche quando non lo è. Per il resto a livello tecnico cosa eccepire a quest’opera? Praticamente nulla. Il libro è facile ed abbastanza veloce da leggere e rientra nel pieno stile della sua scrittrice. Certo, devo confermare che preferisco le opere al di fuori di questa saga, ma quando si parla di chick-lit, la serie “I love shopping” è come la verdura che non ci piace: anche se non ci va a genio dobbiamo mangiarla perchè ci fa bene.

In questo caso non mi azzardo a dire che sia indispensabile per gli appassionati del genere leggere questo libro, ma insomma, poco ci manca.  Purtroppo mi rendo conto che il mio giudizio sia un po’ fallato dall’antipatia che provo per Rebecca: poco male, avrete qualcuno di seriamente critico se ne vorrete parlare. La storia di per sé è molto simile alle altre. Troppe spese, tanto caos. E questa volta anche un matrimonio, anzi due, da organizzare. Una situazione instabile e il classico confronto mamma-suocera al quale ogni donna è costretta a sottoporsi in situazioni del genere. Antipatie a parte, è consigliabile per la bravura della scrittrice, quindi approfittatene.

Photo Credit | Getty Images

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