I love shopping a New York, di Sophie Kinsella: recensione

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I love shopping a New York. Cosa dire se non che parliamo di Sophie Kinsella nuda e cruda? Piacevole alla lettura senza dubbio, ma altrettanto palese il minore impatto rispetto alle sue altre opere al di fuori della saga relativa a Rebecca Bloomwood.

I miei sentimenti relativamente a questa protagonista sono bivalenti. Da una parte mi fa una pena terribile perché si trova immischiata nelle peggiori situazioni. Dall’altra parte mi fa uscire di testa dalla rabbia perché non è in grado di trattenersi nello spendere. Sarà che sono tanto parsimoniosa io nella mia gestione quotidiana che proprio non lo accetto. Detto questo però, la storia è tutt’altra faccenda rispetto al gusto personale nei confronti della caratterizzazione di Rebecca. E per fortuna. Il classico stile di Sophie Kinsella emerge in modo molto diretto ed interessante.

Tanto da tenerti comunque ancorato al libro in una sorta di turbinio di emozioni che vanno dalla voglia di scoprire lo svolgersi degli eventi fino alla sorpresa che si prova nel rendersi conto di trovarsi a leggere ancora una volta le disavventure di questa donna inglese troppo spendacciona. Se lo consiglierei? Penso di si, perché l’autrice è la guru, a mio parere, dei chick-lit. Solo Emily Giffin ha potuto fare di meglio e personalmente posso parlare di soli due casi ancora, dovendo finire di esplorare la biblioteca della scrittrice.

Il finale è un po’ alla “taralluci e vino”, ma è un fattore questo ampiamente prevedibile ancor prima di iniziare a leggere il libro. Io poi resto fermamente convinta che i libri firmati da Madeline Wickham senza pseudonimo e quelli al di fuori della serie siano i migliori. Senza ombra di dubbio. Ma ogni tanto bisogna accontentarsi ed in fin dei conti I love shopping a New York la sufficienza piena la prende comunque, senza troppi giri mentali inutili.

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