Quando eravamo foglie nel vento di Anne Korkeakivi, recensione

Quando eravamo foglie nel vento” di Anne Korkeakivi è il classico libro che, mi dispiace dirlo, più o meno da qualsiasi lato lo si voglia osservare rimane una delusione su tutta la linea. A partire dal titolo che è forse una delle cose più forvianti dell’intero romanzo e per il quale bisognerebbe prendere i traduttori e gli editori e chiedere loro semplicemente: perchè?

Intendiamoci, io so perfettamente di essere una delle persone più capricciose in quanto a recensioni e gradimento libri, ma difficilmente mi capita di rimpiangere il tempo perso nella lettura. Purtroppo “Quando eravamo foglie nel vento” di Anne Korkeakivi rientra pienamente in questo piccolo club speciale. Non è per essere puntigliosi ma come fai a non reagire in questo modo quando i personaggi sono scialbi, vuoti e male caratterizzati e vieni traviato da un titolo che promette poesia e che a conti fatti invece di indispone ancora di più nei confronti di un libro che forse nella scelta della struttura era partito pure bene ma che una volta preso in mano ed iniziato a leggere risulta pesante e davvero poco interessante? Insomma, l’idea del segreto della donna era pura carina, ma se poi sviluppata in modo adeguato, non praticamente lasciata a se stessa come è accaduto nel libro.

Ora, non avendo letto nessun altro libro di questa autrice non posso più di tanto esprimere giudizi. Posso però notare come il prodotto editoriale non sia stato curato in maniera decente.  Prima di tutto il titolo. Come può un titolo originale che tradotto letteralmente significa “L’ospite inatteso” divenire  “Quando eravamo foglie nel vento”? Ma ai voli pindarici italiani siamo quasi abituati. Quello  a cui non ci abitueremo mai è la mancanza di congiuntivi adeguatamente tradotti ed altri errori che deprezzano decisamente un’opera che a prescindere dai gusti, viene sempre e comunque comprata con fior di quattrini.

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