L’autunno di Nazim Hikmet

foglie autunnali ritoccate con photoshop

Quando vado a caccia di testi e immagini per l’infanzia, sempre per lavoro, mi capita spesso di fare ricerche tematiche. Ad esempio, questo è il periodo dei lavoretti e delle filastrocche che parlano dell’autunno.

Così, mi sono detta, perché non fare la stessa cosa per noi lettori adulti? Ultimamente ho cercato di riprendere in mano alcuni testi poetici, di riscoprire il tempo e lo spazio dettati e immaginati dal verso poetico. Spesso mi sono lanciata in rete senza paracadute per lasciarmi sorprendere da risultati casuali.

In effetti, nel cercare poesie autunnali mi sono imbattuta in un sito, culturaesvago, che ha associato, con grande effetto, testi poetici autunnali a quadri che ritraggono i classici paesaggi d’ottobre. C’è ampio spazio per poeti italiani come Vincenzo Cardarelli, Giovanni Pascoli, Salvatore Quasimodo, ma io sono stata attratta dai versi di un poeta di origini lontane.

Si tratta, come avrete capito dal titolo del post, di Nazim Hikmet, poeta turco (Salonicco 1902 – Mosca 1963) naturalizzato polacco. La sua poesia, rispetto alle altre, mi appare più dolorosa o semplicemente la sento più vicina al mio modo di percepire l’autunno. Che ne dite, lettori di Libri e Bit: io vi lascio qui i versi di Hikmet, voi però andate sul sito che vi ho linkato e fatemi sapere quale poesia vi ha conquistati.

Veder cadere le foglie

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.

Photo Credits | jayt74 su Flickr

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