Scelti dalle tenebre, di Anne Rice

vampiriScelti dalle tenebre è il secondo libro delle Cronache dei Vampiri di Anne Rice. E sebbene estremamente piacevole in quanto ad intreccio e storia, si tratta di un libro che è in grado finalmente (cosa che non accade con “Intervista con il vampiro“, n.d.r.) di svelare i difetti della scrittura dell’autrice, che troppo spesso abbiamo visto lanciarsi in strane faide “vampiresche” tra i diversi modi di intendere questa figura mitologica. Ben venga Lestat, ma è bene non stuzzicare troppo la pazienza dei lettori.

Gli estimatori di Anne Rice non saranno sicuramente d’accordo, ma per quanto entusiasmante io abbia trovato la narrazione, non ho gradito per niente il suo modo di essere raccontata.  Ed intendo a livello di stile di scrittura. Non ho avuto modo di poter visionare una edizione in lingua originale, ma non penso che il problema riscontrato dipenda da una incorretta traduzione, quanto da una voglia spasmodica di utilizzare uno stile spesso confuso, e purtroppo proprio in quei momenti descrittivi che per essere convincenti quanto meritano dovrebbero essere più ordinati.

Non si può passare dai discorsi di un personaggio all’altro senza capire effettivamente dove inizia uno e finisce l’altro. Diventa davvero scomodo e si rischia di rendersi conto di aver cambiato “referente” del racconto solo alla fine di tutto.  Una confusione che potrebbe essere evitata, per dire una, da un utilizzo un pochino più capillare di punteggiatura e discorsi diretti.  Il flusso di coscienza è sempre molto bello, ma altrettanto efficaci sarebbero un paio di righe di “cappello” ad una entrata in scena di un nuovo personaggio senza costringere il lettore a fare carte false per capire.

Un problema di non poco conto, soprattutto perché “Scelti dalle tenebre” supera abbastanza facilmente una lentezza iniziale dai toni soporosi per poi catturare l’attenzione del lettore al punto di spingerlo a leggere senza mai fermarsi.

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