Cult Book di Stas Gawronski: i libri raccontati in televisione

A volte non abbiamo tempo neanche per fare la spesa, figuriamoci per fermarci in una libreria. Certo, molti iper mercati hanno ormai una corsia dedicata ai libri e ai giornali, ma, diciamo la verità, non è la stessa cosa. Sembra quasi una scelta che dissacra il valore dei libri e della lettura. E poi non è facile scegliere un buon romanzo mentre stiamo pensando agli ingredienti per il risotto al radicchio.

Dove voglio arrivare? Alle trasmissioni che parlano di libri. C’è stato un periodo della mia vita in cui l’unico modo per scovare un nuovo autore o per informarmi delle ultime uscite era guardare la televisione. Sembra quasi impossibile, però ci sono buoni programmi per gli appassionati.

Uno dei miei preferiti è appunto Cult Book, di cui ora diverse puntate sono disponibili su Youtube. Ideato e curato da Stas Gawronski per Rai Educational, in onda su Rai Tre, ha sempre presentato ogni romanzo in modo inusuale, cercando di raccontarcelo e di farci entrare nella storia attraverso musica, immagini, filmati, interviste, commenti e naturalmente lettura del testo.

I diritti del lettore di Pennac. Decimo, il diritto di tacere

Eccoci arrivati al diritto di tacere ovvero l’ultimo dei diritti del lettore elencati da Pennac nel suo libro Come un romanzo. Rivediamoli velocemente insieme: Il diritto di non leggere; Il diritto di saltare le pagine (meglio che lasciar perdere un libro per noia); Il diritto di non finire un libro (se non mi piace non mi posso far del male); Il diritto di rileggere (per gioire all’infinito); Il diritto di leggere qualsiasi cosa (dal rosa allo splatter); Il diritto al bovarismo (perdiamoci ogni tanto, lasciamoci suggestionare); Il diritto di leggere ovunque (dalla tazza del water alla metropolitana); Il diritto di spizzicare (non ho tempo, due pagine e via); Il diritto di leggere a voce alta (dare corpo ai personaggi, alle paure, alla felicità).

Infine, il diritto di tacere. E’ un diritto di cui vorrebbero godere più spesso studenti a adolescenti, costretti a dare il loro parere, a commentare ogni poesia, novella o romanzo sui cui mettono gli occhi. Il punto è che, in realtà, molti professori e genitori non vogliono neanche sapere davvero cosa il ragazzo incriminato pensa dell’opera, ma se ha davvero capito cosa dovrebbe pensarne.

Ai tempi del liceo, avevamo afferrato subito il punto, tra compagni di classe. Così, ogni volta che ci veniva richiesto un parere, cercavamo di rielaborare il punto di vista di un critico famoso, aggiungendo doverosa citazione virgolettata e dichiarandoci d’accordo con esso. La prof andava in sollucchero e noi anche visto il bel voto.

Mi stupisce sempre come molti di noi si portino dietro le forzature dei tempi del liceo. Così, anche tra adulti, ci ritroviamo a voler dimostrare che abbiamo letto bene il testo, che sappiamo andare da una pagina all’altra a caccia del brano più significativo, che sappiamo esprimere un parere arguto che ha colto bene le intenzioni dell’autore, sia quelle dichiarate che nascoste.

Il silenzio, però, fa bene alla lettura. Chiudere l’ultima pagina del libro, magari prima di dormire, e starsene lì a ricevere tutte le suggestioni che lo scrittore e la nostra stessa fantasia hanno creato, lasciare che i pensieri e i commenti emergano casuali, senza nessuno pronto a giudicarci. Un buon libro va lasciato sedimentare, perché possa poi diventare realmente parte della nostra vita.

Photo Credits | Lel4and

Bernardo Bertolucci: “Io e te di Ammaniti sarà un film in 3D”

Erano in molti ad aspettarselo, ma adesso è arrivata la conferma: Io e te, il romanzo di Niccolò Ammaniti, diventerà un film. Dietro la macchina da presa ci sarà Bernardo Bertolucci, che torna finalmente a lavorare per il grande schermo dopo sette anni dall’uscita del suo The Dreamers.

“Con Niccolò Ammaniti, stiamo lavorando alla sceneggiatura insieme a Umberto Contarello che è una voce nuova tra noi due. Appena ho letto il libro, ho subito deciso di farne un film”, così il regista annuncia la volontà di una trasposizione cinematografica del racconto che ha venduto più di 500 mila copie e che ha scalato le classifiche di libri in pochi giorni dalla pubblicazione.

Ma non è tutto, perché il film sarà realizzato secondo le tecniche tridimensionali che hanno tanto successo in America e che ormai stanno prendendo piede anche nel nostro paese: “C’è una cosa che mi affascina molto” – continua Bertolucci –  “e che sto sperimentando per il nuovo film: ho pensato di girarlo in 3D. E’ un film molto piccolo, che si svolge quasi tutto in una cantina, e ho pensato che proprio il 3D mi darà qualcosa in più, la possibilità di andare così a fondo nella scenografia, nell’ombra e nel mistero di una cantina, come si va a fondo anche con i personaggi. Insomma del 3D mi piace molto come i corpi e i volti vengono fuori”.

I diritti del lettore di Pennac. Nono, il diritto di leggere a voce alta

Durante le famigerate ore di italiano, famigerate a causa della nostra professoressa, speravo sempre che chiedesse a me di leggere i brani che avremmo analizzato durante la sua lezione. Leggere a voce alta e contemporaneamente comprendere bene un testo non è sempre facile, però è elettrizzante.

All’università ho letto praticamente tutto l’Otello a voce alta, camminando per la casa e declamando il testo in lingua originale. I personaggi prendevano forma, così come le emozioni. Non era tutto nella mia testa: la rabbia di Otello e lo strazio di Desdemona avevano un corpo e si muovevano da una stanza all’altra come fantasmi appena evocati.

I reading, ovvero ascoltare direttamente dall’autore i suoi versi o un brano del suo ultimo romanzo sono davvero emozionanti. Se poi chi legge ha anche una buona dizione e una buona pronuncia è come se ti facessero un massaggio al cervello. Dite che sto esagerando?

I diritti del lettore di Pennac. Ottavo, il diritto di spizzicare

Il diritto di spizzicare l’ho sempre fatto mio insieme al diritto di leggere ovunque. Quando ero bambina, passavo ore intere, non scherzo, a spulciare la libreria dei miei che si avvicinava, tra libri e fumetti, al migliaio di volumi.

Ancora adesso, sia in libreria che in biblioteca, per non parlare dei libri che ho a casa, ho l’abitudine di aprire i romanzi a caso, dare una sbirciatina, leggere qualche pagina e poi rimetterli lì. Ci sono volumi di cui credo di aver letto le prime tre pagine decine di volte, senza andare mai avanti.

Non sono ancora arrivata alla paranoia di Harry del film Harry ti presento Sally, che leggeva subito l’ultima pagina nel caso fosse morto prima di finire il libro. Anche quello, in fondo, è però un diritto del lettore. Un lettore magari non troppo normale, ma pur sempre un lettore.

In arrivo il primo libro thriller del fratello di Johnny Depp

Il 10 marzo uscirà per la Newton Compton il primo libro della serie di thriller firmata Daniel Depp. Se il nome non vi dice niente, soffermatevi sul cognome: si tratta del fratello del famoso Johnny, l’attore che fa diventare i suoi film un successo garantito.

Adesso, però, vedremo come se la caverà nel mondo della scrittura Daniel, già sceneggiatore e produttore, che ha ottenuto una nomination al Festival di Cannes per la sceneggiatura del film “Il coraggioso” (diretto da Johnny Depp).
Il suo primo romanzo è proprio “La città dei senza nome” (Newton Compton, pp. 304, 12,90 euro), che avrà come protagonista – presente anche negli altri volumi della serie – il detective David Spandau.

I diritti del lettore di Pennac. Settimo, il diritto di leggere ovunque

Eccoci al diritto del lettore che tutti noi riconosciamo in maniera istintitiva: il diritto di leggere ovunque. Devo dire che come lettrice l’ho fatto davvero nei posti più impensati e non parlo della toilette, perché per noi lettori è praticamente il più ovvio.

Ricordo un amico che si era fatto costruire una mini libreria su misura e l’aveva collocata esattamente di fronte al water e non è che godesse di ampi spazi nel suo appartamento. Però ho sempre invidiato quella piccola striscia di muro tutta sua a disposizione.

A proposito, sapevate che esiste un eBook pensato per simili occasioni? L’ho trovato nel catalogo della Graphe.it, il cui editore ho intervistato giusto qualche giorno fa. Si chiama LiberaMente e raccoglie le opere di un concorso per scritti da sala da bagno. Andiamo oltre, però, verso luoghi più romantici.

Parola di Giobbe, di Giobbe Covatta: la recensione

Giobbe Covatta è uno dei comici napoletani più conosciuti in Italia ed all’estero. Sia per la sua produzione sempre sagace e ironica, sia per il suo impegno nel sociale, il quale ha spesso rappresentato fonte di ispirazione per la sua arte.

Opera prima,  e forse quella rimasta più nel cuore dei suoi fan è “Parola di Giobbe” ovvero una rivisitazione in chiave comica e sfacciata della Sacra Bibbia. Il libro uscì nel 1991 sotto la casa editrice Salani. Nel 2002 venne ridistribuito dalla Mondadori.

Principalmente il comico al suo interno affronta con dovizia di particolari la Genesi,  l’Esodo ed una versione davvero riveduta e corretta dell’infanzia di Gesù. Impossibile riassumere la quantità di sagaci battute proposte dall’autore nel corso della sua opera. Sebbene si tratti di un romanzo, e quindi di semplice narrativa, riassumere ironia è veramente impossibile. Meglio affidarsi a citazioni dirette.

Ad esempio, tratto dalla creazione di Adamo ed Eva:

E allora il Signore disse: «Orsù, prendiamo del fango. Orsù, impastiamolo. Poi ci sputò sopra, e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse: «Cominciamo bene!»

O ancora:

E il Signore disse: «Donna, tu partorirai con gran dolore. Uomo, tu lavorerai con gran sudore, ammesso che troverai lavoro. E la Terra produrrà spine e sofferenze». E Adamo disse: «Ma santo Dio, tutto questo per una mela? Domani te ne porto un chilo…»

Ciò che contraddistingue la prosa di Giobbe è senza né se né ma la capacità di divertire senza cadere mai nel banale o nell’esecrabile.

Citiamo un ultimo esempio parlando del nuovo testamento:

Era sempre l’anno 1 avanti Cristo, una scura notte di pediluvio, solo un po’ più tardi. In un’altra umile casa della Palestina si sentì la stessa voce: «Ave Maria, sono Gabriele!» «Molto piacere signor Gabbiano…» «Non sono un gabbiano, ma tu sei proprio Maria?»«Certo signor Pellicano…» «Sei proprio Maria di Nazareth?» «No, sono Maria di Nocera Inferiore, fa lo stesso? Ehi, signor Fenicottero, dove scappa, non le piace Nocera?»

Giobbe Covatta, come tutti i comici, possiede l’innata capacità di saper prendere in giro i vizi e le virtù delle persone comuni, rendendole un ottimo e divertente passatempo. A livello compositivo, grazie forse alla sua “napoletanità” è in grado di conquistare il lettore attraverso un linguaggio semplice, talvolta dialettale, ma sempre corretto e scorrevole.

Le sue gag non cadono mai nel volgare. E per ciò che riguarda “Parola di Giobbe” sebbene si scherzi su un contenuto quasi “intoccabile” dal punto di vista etico, pur facendoci ridere a crepapelle, non risulta mai blasfemo. E questo non è da tutti.

I diritti del lettore di Pennac. Sesto, il diritto al bovarismo

E’ questo, a grandi linee, il “bovarismo”, la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni:
l’immaginazione che si dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende, l’adrenalina che sprizza,
l’dentificazione che diventa totale e il cervello che prende (momentanemente)
le lucciole del quotidiano per le lanterne dell’universo romanzesco…
E’ il nostro primo stato di lettori.

Il diritto al bovarismo, rispetto agli altri nove diritti del lettore, ha un suono leggermente perverso e in qualche modo, per chi non ama la lettura né qualsiasi altra forma di narrazione, riguarda effettivamente un fenomeno di una certa pericolosità che tutti noi lettori accaniti conosciamo.

Si tratta, per usare una parola semplice ma che non definisce in modo preciso il fenomeno, di immedesimazione. In pratica, se siete amanti di novelle romantiche, come lo fu disgraziatamente Emma Bovary, dopo un po’ comincerete a vivere in una sorta di atmosfera romantica ventiquattro ore su ventiquattro.

Libri in uscita dal 14 al 18 febbraio 2011

Desiderate essere sempre aggiornati sulle novità editoriali della settimana? Ecco la rubrica che fa per voi. Oggi presentiamo i libri in uscita da lunedì 14  a venerdì 18 febbraio 2011. Non vi resta che leggere e prendere appunti.

“Autunno a Berlino” di Paolo Bertetto. Un giallo ambientato nella Berlino degli anni Venti, che vede l’assassinio della rivoluzionaria Rosa Luxemburg e, un anno dopo, quello di Lisa Rosenthal, moglie del regista Fritz Lang. Due casi che vengono riaperti perché molti sono ancora i dubbi sulle circostanze che hanno portato alla morte di queste due donne. Un intreccio tra criminalità, trasgressione e potere emergerà dalle indagini portate avanti dal procuratore capo Von Wick, che non crede alle verità ufficiali riguardo gli omicidi. Edizioni Piemme, 19,50 euro. In uscita il 15 febbraio.