Bologna, in arrivo il Festival dell’ebook

Bologna è da anni patria di quella che è definibile come “cultura rampante”. E tra i suoi tanti Festival, va detto, mancava proprio quello dedicato agli ebook. Una mancanza che verrà presto sanata. Lo stesso infatti sta per vedere la luce presso il laboratorio Crash, ina via della Cooperazione, il prossimo 7 ed 8 maggio.

Il titolo della rassegna? “Fahrenheit 451 il futuro del libro”, tratto dal romanzo di Bradbury. E se le premesse sono queste, beh, c’è da aspettarsi davvero un bel po’ di polemica. Nell’ambiente si sussurra però che non si tratta di una scelta demonizzatrice rispetto al libro elettronico.

Il programma parla chiaro: saranno due giorni di “formazione critica” con incontri ben strutturati, workshop, testimonianze e reading di Marco Philopat e della Compagnia Fantasma. E’ prevista la presenza di autori come come Valerio Evangelisti,  di sviluppatori come Ivan Venturi e Max Di Fraia di Koalagames. Non mancheranno librai,  il blogger Franco Vite e tanti operatori della piccola e media editoria. Tra di loro un antesignano come Mario Guaraldi, ideatore di prodotti digitali dal ’95, e editori di ebook come Simone Bedetti di Area51.

Gli organizzatori spiegano, attraverso la voce di uno di loro, Paola Papetti, come Crash voglia partire dal basso della situazione, studiando come le nuove tecnologie possano avere impatto sulle librerie sugli studenti, su docenti e anche sugli autori dei libri.

Soprattutto si vuole dare una risposta sensata e semplice alle domande che più attanagliano la popolazione: come superare il libro tradizionale? Cosa cambia nella distribuzione dei contenuti? Cos’è e chi fa un ebook in formato ePub? Ma soprattutto quale  futuro per editoria indipendente, autori e piccole librerie?

La Papetti lavora nell’editoria e conosce personalmente le difficoltà della stessa e le possibili crisi che potrebbero presentarsi. E spiega:

Nella corsa all’ebook le grandi strutture investono, le piccole navigano a vista tra confusione e mancanza di fondi, e le conferenze di formazione sono a numero chiuso, mal pubblicizzate o davvero costose. Ma questo cambiamento investirà tutti! Ma bisogna capire come.

E’ necessario dare gli strumenti giusti alla gente. Ed è proprio questo che si tenterà di fare a Bologna.

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