Self-Publishing: come è cambiato?

I nostri tempi, appare innegabile, sono caratterizzati dagli ebook e dalla elettronica in generale. Una virata letteraria che ha portato diversi cambiamenti proprio nella concezione che si ha della editoria e degli strumenti ad essi correlati.

Il self-publishing è una metodica esistente da diverso tempo, ma ovviamente con il cambiare dei tempi ha pian piano cambiato modalità di espressione. Basta fare un piccolo excursus in rete per capirlo.

Cercando attentamente tra le testimonianze, scopriamo infatti la storia di Boris B. Gursky, un uomo che volle pubblicare il proprio libro di memorie. Non parliamo di uno scrittore professionista, ma di un semplice cittadino, interessato a far conoscere al mondo la propria storia. Il libro uscì effettivamente, sotto il titolo “The Perilous Life of Boris B. Gursky”.

L’uomo fu infatti in grado di trovare un piccolo editore attraverso una inserzione sul Writer’s Digest che in cambio di 10mila dollari ha editato il libro. Non parliamo di molto tempo fa, l’anno era il 1995.

Oggi, nemmeno venti anni dopo, per qualsiasi persona, attraverso servizi dedicati come quello di Amazon è possibile pubblicare la propria opera in digitale, pagando al distributore somme varianti a seconda delle copie vendute e della tipologia di pubblicazione scelta.  Si tratta di una strada intrapresa non solo da autori emergenti ma anche, sempre di più da vere e proprie personalità del mondo dell’editoria, che sia per provare nuovi modi di fare letteratura, sia per venire incontro in qualche modo ai propri fan decidono di cambiare.

Badate bene, specialmente in casi come questi un’auto-pubblicazione è tutt’altro che sinonimo di perdita di denaro: perché più il prezzo sarà accessibile, più le persone saranno tentate di comprare la copia originale. Un meccanismo quindi che non solo viene a favore del lettore, ma a favore dello scrittore, specialmente nel caso in cui imparerà a giostrare il tutto.

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