Addio a Roberto Roversi, poeta e scrittore

Dobbiamo dire addio ad un nostro grande autore, poeta e filantropo. Ieri ci ha infatti lasciati Roberto Roversi, un uomo, un “personaggio” che tentare di definirlo in maniera stretta è eccezionalmente riduttivo. Era uno scrittore, un poeta, ma anche un paroliere musicale, un libraio, un antiquario ed un giornalista. Era una persona dalle mille sfumature, che non temeva di dire la sua, ma lo faceva senza saccenteria.

Viene considerato da molti come una “coscienza critica” tra le più imporranti che vi siano mai state in Italia. Ha sempre visto con un occhio particolare, forse dovuto anche alla sua laurea in Filosofia, la condizione di questo nostro paese. Uno sguardo talvolta critico, altre volte triste.  Il dolore più grande vi è stato per nel 2007 quando nel mese di giugno ha perso il figlio Antonio. E’ morto ad 89 anni, e pur potendo essere annoverato tra i grandi si è sempre tenuto in disparte. Non ci saranno funerali, ne pubblici ne privati. A quanto pare Roberto Roversi non ha voluto né commemorazioni né ricordi particolari. Ha lasciato detto alla moglie che qualsiasi sua celebrazione è già stata affidata alle sue opere “E’ tutto lì, in quello che ho scritto”.

Roberto Roversi è stato sempre stato un’artista della parola. Molti suoi testi teatrali sono stati ristampati, le sue opere apprezzate: non gli mancava di che vivere. Ma si è sempre chiuso in una sorta di silenzio ostinato, spesso rifiutando emolumenti per il suo lavoro. Raccontano a Bologna che una volta distribuì le sue opere gratuitamente copiate a mano per la strada. Chiuse la sua libreria, la Palmaverde, per poter godere con la moglie gli ultimi anni della sua vita in pace. Lo scorso anno arrivò la vendita dei libri: molti donati alle biblioteche, altri battuti all’asta.

Un modo per costringere i volumi a girare, a non rimanere nell’immobilità di una libreria e poi magari venire “distrutti”. Dopo la morte del suo amico Lucio Dalla, Bologna è costretta a rivivere un lutto difficile da gestire.