Pubblica “Il giardino dei fiori di Allah”, editore colpito da Fatwa islamica

libriIl giardino dei fiori di Allah” sembrava essere nato come uno dei tanti libri riguardanti la storia della religione ebraica. Eppure è diventato il centro di una fatwa da parte di un’ayatollah iraniano. Le minacce, arrivate attraverso un volantino, sono state giudicate credibili dai servizi segreti italiani a tal punto che una informativa ufficiale è arrivata nei giorni scorsi alla polizia ed le abitazioni dell’editore Mario Tricarico, a capo della Edizioni Anordest, insieme a quella di alcuni dei suoi collaboratori sono state messe sotto osservazione.

Il libro, il cui autore è nascosto dallo pseudonimo Attar Farid al-Shahid, sembra proprio aver scatenato l’ira dell’integralismo islamico in Italia.  Un avvenimento che ha lasciato basita la casa editrice le cui pubblicazioni, nonostante il forte impatto di alcune di esse, non avevano mai scatenato simili reazioni. Essere solidali in questo caso è doveroso, soprattutto quando la vita delle persone può essere messa in grave pericolo.

Mai come in questi ultimi tempi i libri stanno acquisendo, nel bene e nel male, una valenza del tutto particolare. Lo abbiamo visto ultimamente con Altan e con “Falce e carrello” tanto per citare i due casi che riguardano più da vicino l’Italia e l’ipotetica richiesta di distruzione delle opere in questione. E’ come se il libro, con la sua capacità di raggiungere capillarmente il cuore e la mente della gente, sia diventato uno strumento da combattere in ogni costo.

Dell’autore de “Il giardino dei fiori di Allah” si sa poco e nulla, se non ciò che il mediatore tra la casa editrice e l’autore, Umberto Pavarini, ha raccontato al Corriere della Sera.

So che vive in Iran e ha circa 70 anni. Ha collaborato con l’ayatollah Khomeini, seguendolo durante l’esilio in Iraq e a Parigi. Tornato in patria si è trovato costretto a fuggire e a rifugiarsi in Italia, dove ha vissuto per dieci anni. Per questo, quando mi ha consegnato il manoscritto de I fiori del giardino di Allah, ha insistito affinché fosse pubblicato nel nostro Paese. Da qualche anno al-Shahid è tornato a vivere in Iran, ma teme per la sua incolumità: se scoprissero che lui è l’autore del libro, lo ucciderebbero di sicuro.

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