Pier Paolo Pasolini, genio eclettico e reale

Pier Paolo Pasolini genio eclettico realeIl cinque marzo del 1922, novanta anni fa, nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Un genio, un eclettico compositore di idee e pensieri. Un artista a tutto tondo, che nel corso della sua carriera ha esplorato ogni possibile sfumatura del mondo della fantasia. E del realismo. Quella che può sembrare una contraddizione in termini in realtà è semplicemente ciò che Pasolini è stato in grado di fare: raccontarci con mezzi eterei una realtà spesso difficile e scomoda da accettare.

Spesso considerato dissacrante, Pasolini era un ottimo scrittore. La verità che riusciva a raccontare faceva male, distruggeva l’animo. Ma era reale.  La vita dei quartieri più poveri, quella dei suoi “ragazzi di vita” era la stessa che portava sulle sue pagine. Nero su bianco.

Avrebbe avuto novanta anni oggi. E l’ipotesi più plausibile è che se fosse sopravvissuto fino ai nostri giorni all’omicidio del quale rimase vittima, sarebbe forse uno di quegli autori capaci di autoesilio e di rimanere lontani dalla bolgia intellettuale nella quale la maggior parte degli scrittori si confinano arrivati ad una certa età. Quel che è certo è che la vita di Pier Paolo Pasolini è da sempre stata particolare fin dai suoi esordi.

A “gravare” su di lui anche il preconcetto relativo alla sua omosessualità che lo portò negli anni ’50 a venire addirittura arrestato con accuse infamanti. In lui la passione per la letteratura crebbe con lo scemare del fervore cattolico. E con molta probabilità ad incidere in modo sostanziale nel suo modo di approcciarsi alla vita ed all’arte stessa della scrittura vi fu anche l’infanzia difficile passata tra problemi economici importanti ed i continui spostamenti famigliari.

La sua prima opera “Poesie a Casarsa” vede la luce della pubblicazione nel 1942, nei periodo della guerra.  Il suo mito è rimasto immutato. Anzi, non è sbagliato dire che la vera gloria, tuttora perdurante, Pasolini l’ha vissuta postuma.

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