Libri scolastici usati, è partita la caccia all’occasione

La scuola si può dire che sia appena finita che già in molti sono alla ricerca di libri scolastici usati. Per risparmiare ovviamente dove possibile. Quello dei libri usati è un mercato da tempo fiorente che consente non solo agli studenti di guadagnare qualcosa sui libri acquistati l’anno precedente, ma soprattutto di poter provvedere alla necessità futura di libri di testo.

In tal senso sono molte le iniziative nate per combattere il caro libri, non solo a livello fisico in molte città, dove i negozi specializzati sono stati presi letteralmente di assalto, soprattutto in quei casi nei quali i volumi in utilizzo nel prossimo ciclo scolastico erano già stati resi noti, ma anche online, dove nasce ora la possibilità di acquistare i preziosi compendi anche online.

Il caro libri è un problema e il consumatore tenta di risolverlo nella maniera più conveniente possibile. Tra di esse ora nasce anche Vendilibro. Una piattaforma che consente di mettere in contatto chi vende e chi intende acquistare libri scolastici, non solo per chi frequenta l’università o le superiori, ma anche per chi frequenta la scuola media e le elementari.

Si tratta di un progetto lanciato recentemente e che come tale ancora non ha da proporre statistiche di funzionamento, ma che a ben vederlo, potrebbe rivelarsi una mossa vincente. Non bisogna infatti dimenticare che i rincari il prossimo anno, per ogni fascia scolastica, arriveranno a toccare in alcuni casi anche il 37,5%.

In alcuni casi un libro usato può arrivare a costare il 40% in meno in base alla sua tenuta, va da se che il tentativo non nuoce affatto alle tasche italiane. Soprattutto in virtù del fatto che la piattaforma non trattiene nessuna percentuale sulle compravendite. Come spiega uno dei fondatori del progetto, Paolo Ernesto Sussi:

Vendilibro guadagna solo attraverso le pubblicità. Per noi è importante la filosofia che sta dietro: usare libri usati perché in questo modo si rispetta di più l’ambiente, e scambiarseli direttamente perché ha poco senso che qualcun altro si prenda i due terzi del guadagno.