La Torre Nera: La Torre Nera – Parte Seconda

Avevamo lasciato Roland, Eddie, Jake e Susannah in viaggio per Algul Silento, il luogo dove i  frangitori (persone dotate di particolari poteri mnemonici, n.d.r.) sotto lo sguardo attento degli sgherri del re Rosso da ormai decenni erano impegnati nel “grattare via” pezzi di vettore, sostegni della Torre nera.

Il gruppo riesce a raggiungere il luogo grazie all’intervento di tre di essi: tre persone speciali tra le quali figura anche un amico di gioventù di Roland: Shemiee. I più attenti lettori di Stephen King ritroveranno negli altri due altrettanti protagonisti di suoi romanzi , uno in particolare fortemente legato alla saga della Torre e che, ovviamente con il senno del poi, anticipa quella che sarebbe stata la conclusione finale della stessa.

Il pistoleri, grazie un piano ben congegnato, riusciranno a salvare il vettore ed a liberare frangitori: ma a caro prezzo:  a fine battaglia, quando tutto sembrava ormai calmo, Eddie viene ucciso. Nella sua breve agonia, non solo ha una premonizione del futuro del gruppo, ma da a Roland un’idea di quanto egli stesso sia cambiato.

Il pistolero non è più quella persona cinica pronta a sacrificare la sua “famiglia” per la Torre nera. Lui e Jake, appena finita la battaglia, devono recarsi immediatamente a tentar di salvare Stephen King da una morte certa, appresa per puro caso da Susannah nel corso della sua prigionia.

Piombando nello stesso posto dove Roland ed Eddie erano capitati qualche giorno (e quasi trent’anni) prima, Jake ed il pistolero prendono  in ostaggio una donna che li conduce nella strada dove Stephen King stava per essere ucciso da un minivan (parte liberamente tratta dall’effettivo incidente dello scrittore avvenuto in quell’anno ed in quel giorno, n.d.r.). Roland si lancia fuori dall’auto, per salvare lo scrittore ed evitare conseguenze a quello che ormai considera un figlio: ma la gamba gli cede e Jake, sprezzante del pericolo, si butta sullo scrittore facendogli scudo con il proprio corpo. Per Jake è la fine: Roland non può nemmeno essergli vicino al momento del trapasso. Deve convincere King a completare la storia della Torre nera, al fine di rendere forte vettore.

Dopo una straziante sepoltura ed un viaggio verso New York, Roland si ricongiunge con Susannah nel fine mondo: per loro inizia l’ultimo tratto di strada verso la Torre nera. Lungo il tragitto incontrano Patrick Danville: un ragazzino molto bravo a disegnare tenuto in ostaggio da un mostro in grado di nutrirsi di emozioni. I lettori più attenti riconosceranno in lui il bambino salvato in “Insomnia”, lo stesso che insieme alla madre,  in un altro tempo ed in un altro mondo, aveva disegnato Roland sconfigge il re Rosso. Mordred, il figlio dei due li segue da lontano, cercando il momento più adatto per ucciderli. Riuscirà ad avere la sua occasione solo dopo che Susannah, avrà lasciato il finimondo prima di raggiungere la torre nera, per un mondo nel quale Eddie e Jake erano ancora vivi.

Sarà Oy a salvare il pistolero, in un estremo atto di amore. Vi basterà sapere che Roland effettivamente sconfiggerà il  Re Rosso, e che riuscirà ad entrare nella torre nera. Ciò che vi disturberà sapere è che la vita stessa condotta dal pistolero, rappresenta la sua condanna perenne: arrivato alla porta posta all’ultimo piano della torre, Roland viene spinto dal Ka, a rivivere nuovamente tutto quanto, partendo da poco prima dell’incontro con Jake. Il pistolero ha un barlume di comprensione, si rende conto per un secondo di trovarsi in una giostra continua. E da lì tutto ricomincia così come iniziò nell’incipit de “L’ultimo cavaliere”: l’uomo in nero fuggì nel deserto e di pistolero lo seguì.

Questo volume dà al lettore quasi tutte le risposte che lo stesso cercava ed ha cercato non solo all’interno nella saga, ma all’interno della trama degli altri libri di King. La fine scelta dall’autore, sebbene sconvolgente per molti, era intuibile ricercando e riconoscendo i segnali contenuti specialmente negli ultimi tre libri della serie. Non potrà esserci lieto fine per Roland fino a che non imparerà a dare spazio a cuore piuttosto che ad una ricerca sterile. È la torre stessa, ed il continuo rivivere la sua esperienza a rappresentare la sua speranza: prima o poi, è bello crederlo, anche lui riuscirà a raggiungere la torre nera con i suoi quattro amici, o perlomeno a trovare conforto.

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