Harry Potter ed i doni della morte: recensione. Parte III

Riprendiamo l’ultima parte del nostro racconto e della nostra recensione di Harry Potter e i doni della Morte , ultimo volume della saga di J.K. Rowling.  E’ più o meno in questo punto che il ritmo della narrazione si fa serrato e spettacolare.

Harry Potter decide di andare incontro al suo destino, alla sua morte, accompagnato da Lily e James Potter, da Lupin e da Sirius, richiamati grazie alla pietra della Resurrezione,  il dono della morte  in grado di riportare ad una specie di vita i morti. Giunto davanti a Voldemort il ragazzo viene colpito dall’anatema che uccide  e muore.

Si ritroverà quindi all’interno di quella che potrebbe essere una fotocopia della stazione londinese di King’s Cross. È facilmente intuibile che si tratta del luogo dove le anime una volta morte scelgono il percorso da effettuare. È lì che il ragazzo incontra Silente, morto l’anno prima, che gli spiega tutto ciò che ancora non ha capito della situazione, che gli conferma l’esistenza dei doni della morte e il loro potere, e del fatto che il mantello dell’invisibilità appartenga ad Harry perché diretto discendente dell’inventore degli stessi Ignotus Peverell. Il ragazzo ha modo di farsi raccontare direttamente da Silente il suo passato e avere la scelta che a molti non è data: quella di proseguire o quella di tornare indietro. Per quanto tentato dal proseguimento Potter capisce che solo lui può uccidere Voldemort e che sebbene non sia più il settimo horcrux involontario del mago oscuro, il tipo di rinascita voluto dallo stesso ha fatto in modo di proteggere dalla morte anche il maghetto. Non solo, il tipo di morte affrontata dal giovane per i suoi amici, ha posto su di loro la stessa protezione che la sua defunta madre pose su di lui con il suo trapasso

Grazie  alla copertura da parte di Narcissa Malfoy Harry torna ad Hogwarts con Voldemort. E  lo uccide, grazie anche all’uccisione di Nagini da parte di Neville, diventato in assenza dell’amico il capo della resistenza della scuola.

Non manca l’ovvio lieto fine con il racconto della vita dei maghi diversi anni dopo la battaglia, ma è impossibile negare come il finale, la battaglia tra due maghi sia un pochino deludente rispetto al resto dei libri e del volume finale stesso in quanto a descrizione e lunghezza. È come se è arrivata a un passo dalla fine, la scrittrice abbia voluto smorzare senza cognizione il climax della storia, lasciando il lettore un pochino interdetto. La parte finale del romanzo fa però combaciare tutti pezzi “sciolti” dei capitoli precedenti. E questo in fondo può bastare.

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