Editoria, anche Kobo scende in campo

Dopo Amazon, ecco un altro colosso produttore di ereader buttarsi sulla editoria tradizionale. Anche Kobo infatti, ha deciso di diventare un editore a tutta regola, ampliando il suo raggio di azione non solo al di fuori dei confini nazionali, ma soprattutto impegnandosi a lavorare anche sul cartaceo, sfruttando un rapporto particolare con gli scrittori che deciderà di sostenere.

Ecco quindi che tre grandi come Kobo, Amazon e Barnes&Noble si trovano a scontrars non solo sul campio dei dispositivi di lettura digitale. E non solo sugli ebook. Anche in questo caso a farne le spese più dirette sono gli intermediari come gli agenti, visto che la Kobo stessa ha sottolineato di volere avere un rapporto diretto e privilegiato con gli autori.

Se si vuole battere il monopolio di Amazon, è questa l’idea, bisogna combattere sul suo stesso terreno. L’annuncio è stato dato qualche giorno fa direttamente dall’amministratore delegato della società Michael Serbinis. La società ha sottolineato che si occuperò anche della fase di design, editing e della commercializzazione delle opere, senza per questo intaccare i guadagni degli autori, che potranno arrivare a guadagnare fino al 70% dei diritti sulle vendite, contro una media naturale del 15-20% relativa alla editoria tradizionale.

Molte case editrici esprimono preoccupazione, mentre altre, come quelle canadesi pensano a questa entrata in campo come un ulteriore spinta per migliorare il mercato e rinnovare il modus operandi delle case editrici tradizionali, divenuto un po’ obsoleto, soprattutto in tema di diritti di autore digitali e percentuali di profitto degli autori.

Insomma, il mercato di origine di Kobo vede come positiva questa sua discesa in campo, sostennedo che l’azienda nippo-canadese, possa avere i numeri non solo per ampliare ancora di più se possibile la sua egemonia nel Sol Levante, ma al contempo divenire un reale concorrente di Amazon con tutto ciò che ne consegue.

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