L’ebook può dare dipendenza?

libri digitaliMi rivolgo direttamente a voi lettori di Libri e Bit: secondo la vostra esperienza personale l‘ebook può dare dipendenza? Chi vi scrive si sta man mano convincendo che la risposta sia affermativa. Sempre di più.  Ray Bradbury avrà anche ragione ad essere strettamente affezionato al libro cartaceo. Io stesso adoro l’odore caratteristico che la carta stampata rilascia quando la apri per la prima volta o quando invecchia.  Ma è altrettanto palese che sto sviluppando una seria dipendenza nei confronti del libro digitale.

Il primo fattore è strettamente legato alla possibilità di acquisto. Dopo una dieta strettissima derivante dall’unione tra la legge Levi e la crisi economica ho dovuto rivedere di molto nel 2011 la quantità di libri acquistabili. E seppur ringraziando sempre il cielo per l’esistenza di una casa editrice come la Newton & Compton, in grado di darmi la possibilità di acquistare una serie di classici ad un prezzo relativamente buono, fino al mio sbarco in digitale recentemente avvenuto non ho potuto togliermi la fame di letteratura della quale soffrivo perennemente.

In particolare ho trovato una certa soddisfazione nel venire in possesso del primo lavoro letterario di Tiziano Ferro, il noto cantante. Ad un prezzo esattamente pari alla metà di quello stabilito per il libro cartaceo. Senza contare alcuni capolavori di Stefano Benni ed altrettanto volute edizioni in lingua originale di libri a me molto cari in via del tutto gratuita (e legale): Jane Eyre vi dice qualcosa?

Insomma, come si fa a non rimanere folgorati da questa tipologia di distribuzione? L’avere scelto un ereader dotato di tecnologia e-ink ha ovviamente perfezionato il tutto, dato che si ha l’impressione di avere a che fare con una normale pagina cartacea, senza però l’ingombro delle pagine e della voluminosità. Insomma, unire convenienza, praticità e leggerezza, come risultato a mio parere dà senza dubbio dipendenza. Dovrò farmi curare secondo voi?

 

 

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