eBook poco intimi, parola di Amitav Ghosh

 Amitav Ghosh
Giusto ieri cercavo di convincere una mia amica a comprarsi un lettore di eBook. Tra i vari vantaggi che le prospettavo, quello di poter leggere finalmente senza occhiali. Quando mi sono accorta che riuscivo finalmente a metter via le lenti, ho provato un gran senso di liberazione.

In effetti, contrariamente all’esperienza dello scrittore indiano Amitav Ghosh, che trova che si sperimenti poca intimità nel leggere un testo digitale, per me la lettura diventa immediatamente più intima se posso rinunciare al mio, comunque amatissimo, secondo paio di occhi.

D’altronde come negare che per noi esseri umani l’intimità è data dai nostri sensi, dal tatto, solleticato dallo spessore e dalla qualità della carta; dall’odorato che distingue un libro antico da uno nuovo e persino i vari tipi di copertina (rigida, morbida, plastificata).

Non so se vi ricordate la simpaticissima bufala che girava in rete già lo scorso anno: venivano pubblicizzate bombolette spray per dare al Kindle e agli altri lettori l’odore che più frequentemente associamo ai libri:

Fragranza classica: per dare al vostro Kindle lo stesso profumo di una collezione antica di libri. Pancetta affumicata: vi darà la sensazione di leggere in un fast food ma a zero calorie. Profumo di gatto: avrete l’impressione di avere tra le mani un libro passato di mano nei secoli (attenzione, potrebbe darvi problemi se avete un gatto in casa).

Certo sarebbe bello approfondire l’intervista con Amitav Gosh. Gli chiederei di approfondire il concetto di intimità, di spiegarmi cosa prova quando legge un libro di carta, cosa lo lega a quel dato volume, cosa gli manca di più in un libro elettronico.

A me, sostanzialmente, mancano l’odore e la possibilità di far scorrere le pagine sotto le dita. Per il resto, come sapete perché sono legata al mio Kindle e ve lo racconto spesso, amo leggere in formato elettronico e portarmi in una mano centinaia di libri tra cui scegliere.

In realtà credo che il vero cambiamento stia avvenendo non tanto nelle modalità di lettura di un libro, ma in quelle di scrittura. Non ci sono più i manoscritti, quelle belle pagine vergate dai nostri scrittori più amati e poi corrette e ricorrette. D’accordo, non c’erano già più ai tempi della diffusione della macchina da scrivere. Chissà se allora ci furono dibattiti in merito.

Photo Credits | Politics and Prose Bookstore su Flickr

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