Circuito Chiuso/Annales, di Camilla Sernagiotto

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Circuito Chiuso/Annales” di Camilla Sernagiotto potrebbe essere definito il libro dell’estate per eccellenza. Veloce da leggere, simpatico e soprattutto dotato di un ritmo che non rischia di farti addormentare sotto l’ombrellone. Nemmeno se hai mangiato a pranzo “l’impepata di cozze”. Un libro che si digerisce in fretta e decisamente equilibrato rispetto a tanti altri.

Quelle che erano le premesse di “Circuito chiuso/Annales” in seguito alla lettura dell’estratto, sono poi state mantenute nel corso di entrambe le storie. Se dovessi trovare un difetto, forse lo riscontrerei scavando, scavando in “Circuito Chiuso” e nel fatto che per la contestualizzazione di un determinato personaggio, forse l’autrice qualche indizio in più ce lo poteva anche dare… ma è probabilmente un problema di gusto mio personale, senza dubbio.  Questo libro, bontà dell’autrice, possiede infatti un ottimo ritmo narrativo che non ti costringe e far rallentare le sinapsi ed è effettivamente  in grado di unire generi diversi in un’unica piacevole soluzione. Non voglio anticiparvi nulla della trama, posso però dirvi che quando la protagonista si trova a nascondersi dentro ad un congelatore pieno di “Quattro salti in padella”… è meglio non trovarsi con del liquido in bocca: è così esilarante che si rischia di rinfrescare in modalità non richiesta non solo il libro, ma anche chiunque si trovi a tiro.

Annales, a mio parere è poi la storia perfetta. Con molta probabilità avrei continuato a leggerla anche se fosse stata lunga quattrocento pagine. Il ritmo è serrato e l’idea del servizio telefonico della centralinista, con quella sua modalità di non rifiutare mai al cliente qualsiasi informazione a prescindere dal tenore, sono le peculiarità più grandi. Rispetto alla prima storia è decisamente più noir, ma di un gradino superiore a livello qualitativo.  E’ il giallo per eccellenza, facile da risolvere solo se il nostro cervello, invece di funzionare in modo giusto… evita di farlo. Criptica come frase? Forse. Ma credetemi, se il cervello del lettore mette a posto le cose… il finale non si capisce appieno.

Voto: 7,5

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