Sophie Morgan, scrittrice di sottomissione vera

sophie morgan scrittrice sottomissione vera

Una delle critiche maggiori rivolte a “Cinquanta sfumature di grigio” ed agli altri libri della serie, tolte quelle puramente di stampo letterario, è sicuramente quella di non raccontare la verità di un mondo, quello del BDSM, decisamente diverso in molti aspetti, da quello romanza to dall’autrice E.L. James. La risposta arriva da Sophie Morgan e dal suo romanzo “Diario di una sottomessa”.

Per noi, in Italia, Sophie Morgan esce ora per Bompiani. In realtà, il libro è disponibile da ormai due anni, ma è rimasto “oscurato” nella letteratura di nicchia fino ad ora, al boom causato dalla trilogia ed alla nascita, in qualche modo, di quello che viene definito il “mummy porn” per la capacità di attrarre casalinghe e madri.  In questo caso le sfumature non ci sono affatto. Si racconta il BDSM come è: nudo e crudo. E decisamente più organizzato di come venga dipinto dalla James.

La vera sottomessa lo è solo camera da letto, se decide di esserlo con il proprio uomo. E la Morgan racconta le sue esperienze senza tabù fino all’incontro con James, per il quale spinge molto più in avanti i suoi limiti. Chiedendosi come normale sia, come sia possibile far coniugare una vita normale ad una sessualità spinta e vissuta al massimo. Racconta la scrittrice:

Per alcuni anni ho tenuto un blog, dove raccontavo le mie esperienze, dalla prima sculacciata in poi. Lo scrivevo soprattutto per me stessa, per cercare di capire perché mi piacessero certe cose. Mentre le facevo le trovavo eccitanti, ma dopo, ripensandoci, mi sentivo scioccata. Erano dei tabù e cominciavo ad avere dei dubbi. La scrittura mi ha aiutata. La prima versione del libro, che raccoglieva i post del blog, è uscita due anni fa. Poi il mio editore qui in Gran Bretagna, Penguin, mi ha chiesto di cambiare un po’ la storia per ripubblicarla. L’ho allungata di 100 pagine e adesso è di nuovo in libreria e verrà tradotta in nove Paesi.

Che ne dite, vi sentite di provarla?

Photo Credit | Wikimedia

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