Cinquanta sfumature di rosso, di E.L. James

cinquanta sfumature rosso e.l.jamesCinquanta sfumature di rosso, di E.L. James è forse il meno erotico e più lungo libro della saga. Senza dubbio è il più stiracchiato. Se si entra nell’ordine di non cercare erotismo al suo interno è anche abbastanza piacevole da leggere, sebbene eccessivamente “serializzato”. Troppi avvenimenti privi di importanza, adatti ad una serializzazione televisiva. E’ qui che la vera natura professionale della scrittrice si palesa.

“Scopiazzando” Stephenie Meyer, l’autrice ci regala un paio di capitoli alla fine, raccontati dal punto di vista di Christian. E se il primo è piacevole perchè ci fa conoscere il personaggio da bambino, il secondo è assolutamente inutile. Riscrivere i primi incontri dall’altro punto di vista non comporta niente di nuovo od interessante nella trama perchè non riscritti adeguatamente, ed in qualche maniera ti rovina anche un po’ il finale, grazioso in maniera squisita, con il suo “happy ending”. Due elementi mi sono piaciuti, oltre il finale (ho smesso di considerare la saga erotica dal secondo libro, quindi non mi sconvolge più di tanto il cambiamento, N.d.R.): le email che i protagonisti si scambiano e la scena di sesso BDSM con Anastasia incinta. Insomma, siamo arrivati al ribaltamento dei ruoli: nonostante le sue paure Christian (quanto sarebbe stato più bello l’intero racconto se questa parte fosse stata affrontata meglio, N.d.R.) è più portato per il “vanilla sex” rispetto alla moglie, diventata davvero una gran porca.

Detto questo, a livello stilistico, la James cade di tono rispetto a quell’equilibrio trovato nel secondo volume, che continuo a ripeterlo, nonostante i difetti è il migliore dei tre. La scrittrice, a mio parere, ha lo stesso problema di Federico Moccia: si può essere degli autori straordinari, avere grandi idee, ma lo scrivere è un’altra cosa. E se non si fa un buon lavoro di editing, tagliuzzando e ripulendo il materiale grezzo, anche se si va fuori tema rispetto all’inizio e si mette in campo una buona idea, come si fa a dare la sufficienza piena? Lo ammetto, a me il finale buonista è piaciuto, perchè mi è piaciuta la “redenzione” da se stesso del protagonista, ma ci sono troppi difetti in un libro come questo per promuoverlo a pieni voti.

Voto: 6=

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