Grey di E.L. James, recensione

Me lo sono letto in inglese per la gioia di recensirlo e sì, sono partita prevenuta e non poco. Ma intendiamoci, a meno che non siano piaciuti i primi 3 capitoli (ed anche qui possiamo discuterne per ANNI), Grey di E.L. James non è un capolavoro di stile e trama.

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In tutta onestà, sono due le chiavi di “interpretazione” che do a Grey di E.L. James: primo, è un tentativo di spillare altri soldi da una macchina ben oliata. Non possiamo dimenticare le vendite stratosferiche degli altri romanzi. E secondo, è un libro comico dei più fini. Perché vi sono delle battute, che vi posso giurare su ciò che ho di più caro, sono da buttarsi in terra e rotolarsi come un cane dalle risate. O per lo meno io le prendo come tali, perché se un uomo mi parlasse così due sarebbero le cose possibili da fare: la prima girare i tacchi ed andarmene e la seconda ridergli in faccia.

Non so onestamente quanti di voi potranno trovare interessante questo libro. Ricordo di aver dato una sufficienza striminzita 50 sfumature di nero e 50 sfumature di rosso perché ripulite nella trama e dagli errori (portati anche in lingua italiana, N.d.R.) sarebbero potuti essere un chick-lit quasi piacevole. Ma qui Christian Gray sembra solamente un inquietante stalker abusivo in tutta onestà. E seriamente alcune parti del libro si “salvano” solo perché le battute fanno ridere. E’ un libro che consiglierei? Assolutamente no, ma solo le divinità sanno che lo avrete già comprato, quindi procedete nella lettura.

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