Cari Mostri di Stefano Benni, recensione

Chi conosce le mie recensioni ormai sa che a Stefano Benni preferisco approcciarmi con una grande dose di buon senso ma contestualmente senza pensarci troppo al momento, in modo tale da donarmi pienamente la facoltà di non farmi influenzare. E per “Cari Mostri” non è stato differente.

CARI MOSTRI STEFANO BENNI

Lo faccio perché Stefano Benni è un autore particolare, di quelli che una volta mi piacciono ed un’altra no. E “Cari Mostri” devo ammettere che rientra tra ciò che mi piace ed anche discretamente. Perché i racconti sono come un piccolo percorso, almeno secondo me, fatto da tanti mattoncini horror. Ma di quei racconti paurosi nel senso “antico” (perdonatemi la scelta di parole) del termine. Ovvero quelli che esplorano le attuali paure delle persone che lo leggono. E che nel nostro caso possono arrivare ad essere le cose che siamo costretti a gestire ogni giorno. In tutta onestà non voglio rivelarvi molto della trama di questi racconti.

Pensate semplicemente ad un mix dei vecchi mostri della letteratura ed alle nostre nuove paure della vita quotidiana: otterrete con il tocco di Benni in “Cari Mostri”, qualcosa che vi soddisferà appieno da ogni punto di vista, credetemi. E’ un libro che vi consiglio senza indugi. E non solo perché a livello qualitativo merita e non poco. Ma anche perché nessuno deve vivere su questa terra senza aver letto almeno una volta una sua opera. E questa è una di quelle dalle quali partire senza aver paura dell’effettivo risultato. E’ una raccolta perfetta davvero per chiunque. Seriamente.

 

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