L’odore dei libri antichi: ricordo ed emozione

Una delle prime cose che mi colpisce, quando tra le mani mi ritrovo un libro, è il suo odore. E questo a prescindere che sia di nuova o di vecchia fattura. La prima cosa che faccio è quella di aprire il libro ad una pagina a caso, con ovvia delicatezza, e letteralmente tuffarci il naso dentro. Penso sia un esperienza quasi mistica che solo il lettore compulsivo può capire fino in fondo. Tale operazione, deve essere ammesso, assume tutta una differente rilevanza quando si parla di libri antichi.

Il mio concetto di antico è forse particolare: considero come tali tutti i libri… più vecchi di me. Già infatti dopo trent’anni, il volume cartaceo, conservato nelle scatole o nelle librerie, acquisisce un odore particolare, di vissuto, che i libri vecchi di venti anni non hanno. Molto dipende dalla carta, e questo è fuori da ogni discussione: difficilmente un libro in brossura dalle tipiche pagina lisce acquisisce quell’aroma di carta vissuta che al contrario si può ritrovare in libri di quaranta anni fa.

Avendo in casa tutta una serie di libri databili fino alla fine del 1700, inizio 1800 (fortunati regali di persone ormai scomparse, n.d.r.) grazie anche ad una passione per la lettura spiccata nella mia famiglia, ho potuto constatare con i miei occhi e con il mio naso come tutto, a partire dalla rilegatura, fino ad arrivare all’inchiostro, sia artefice di questo capolavoro “odoroso” che sono i libri antichi. Più si va indietro con gli anni e più la carta si fa sottile, quasi velina: assume una fragranza leggera, ma sentita quasi dello stesso odore del legno appena tagliato.

Avvicinandoci alla fine del 1800 ed al 1900, la carta si fa più spessa, l’inchiostro più scuro. Ed è essenzialmente quello l’odore che preferisco: i libri pubblicati  in Italia dal 1930 al 1980 circa posseggono un odore ineguagliabile, persistente, cartaceo: un odore che associo con la cultura, e che probabilmente per me connoterà il libro nella sua totalità, portandomi a richiedere ai produttori di ereader, che lo riproducano appositamente.E’ come l’odore del libro appena comprato: qualcosa di estremamente piacevole ed etereo.

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