Morte Bin Laden: in arrivo libro sull’uccisione

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Diciamoci la verità: abbiamo tutti voglia di leggere  il libro che uscirà il prossimo 11 settembre, anniversario del crollo delle Torri Gemelle, sulla morte di Osama Bin Laden. L’evento, al pari di quello che ha scatenato la caccia all’uomo in questo ultimo decennio, è stato di notevole portata e “No Easy Day” promette di raccontarci in modo semplice e diretto ciò che è accaduto.

Fino a ieri si vociferava di possibili problemi nella pubblicazione e dell’ pseudonimo Mark Owen, sostenendo che trovare il nome reale dell’autore sarebbe stato difficile. Oggi non solo la Penguin non si esprime in tal senso ( è lei che si occupa della pubblicazione e distribuzione del libro, N.d.R.) ma conosciamo nome, cognome ed età dell’autore del libro. Colui che ha preso la decisione di raccontare come siano andate davvero le cose quella notte del 2 maggio 2011, quando il capo di Al Qaeda è stato eliminato ad Abbottabad, in Pakistan.

Matt Bissonette, questo il suo nome, ha 35 anni ed è un ex membro della squadra numero 6 dei Navy Seals. Originario di Wrangell, in Alaska, l’uomo si è congedato dalla Marina la scorsa estate. “No Easy Day- Testimonianza di prima mano della missione che ha ucciso Osama Bin Laden”, promette già un successo letterario planetario senza precedenti. A meno che, ovviamente, il governo americano non ci metta lo zampino.  Va riconosciuto per dovere di cronaca che la Marina, I Navy Seals ed il Pentagono non hanno autorizzato Bissonette a scrivere il proprio libro. E sebbene nessuna azione preventiva di blocco del libro può essere effettuata prima della sua uscita, l’uomo rischia di essere perseguito se il testo rivelerà troppi particolari segreti dell’operazione condotta in Pakistan.

Con la complicità della vicinanza dell’anniversario sono diverse le uscite sul raid militari che rischiano di creare ben più che un imbarazzo. Il volume pubblicato dal giornalista Richh Miniter, ne è un esempio: al suo interno si sostiene che l’operazione abbia avuto luogo dopo tre rinvii e che la decisione definitiva sia stata presa su spinta di Hillary Clinton, Segretario di Stato.

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