La Locandiera, di Carlo Goldoni

testo teatralePiù vado avanti nel mio impegno a riscoprire i classici, soprattutto quelli con “sbocco teatrale”, più mi rendo conto che se solo volessimo avremmo di che riempire cinema ed intrattenere a iosa. Perchè non si può non rimanere piacevolmente colpiti da un opera come quella di Carlo Goldoni. “La locandiera” è un testo spettacolare, che non stupisce affatto scoprire essere ancora tra i più portati in scena ed apprezzati dal pubblico. Avete mai provato a leggere questa commedia?

Frizzante e divertente. Ma soprattutto illuminante. Perchè ogni personaggio non solo ha un background specifico, ma incarna le virtù ed i vizi dell’animo umano. Soprattutto questi ultimi, sempre difficili da esternare senza cadere in narrazioni cupe e tristi. Questo atto teatrale invece…. è capace di strappare risate dall’inizio alla fine. Riuscendo a non passare mai di moda, nonostante un linguaggio tutt’altro che moderno.

Mi sono resa conto che a meno che non risulti troppo pesante a livello di comprensione, il linguaggio definibile “arcaico” non apporta alcun problema al ritmo delle narrazioni. Nel caso de “La locandiera”, testo comico in realtà, addirittura funge da sostegno all’intera struttura, aggiungendo ai personaggi quel pizzico di brio in più che non guasta nel quadro totale della storia.

Mirandolina, la locandiera, funziona da filtro di tutti gli altri personaggi. Proprio come fa con il Cavaliere di Ripafratta, misogino e arcigno nei confronti delle donne, ella è in grado di muovere i suoi corteggiatori e clienti a proprio piacimento, regalando piacevoli contrasti tra i vari caratteri, e sonore risate nel vederli muovere quasi come “automi” ai suoi voleri.

Questa commedia di Goldoni è forse il testo classico più femminista mai concepito. Mirandolina non è solo una loquace ed intelligente protagonista, ma è la rappresentazione di ciò che le donne possono volere e possono fare. L’uomo, in fin dei conti, è solo un burattino nelle loro mani.

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