Harry Potter, J.K. Rowling apre speranze a nuovo libro

Si è tenuta ieri la premier mondiale dell’ultima pellicola cinematografica tratta dalla saga di J. K Rowling:  Harry Potter e i doni della morte-Parte II. E come era giusto che accadesse, la presenza della scrittrice ha scatenato fan e media sulla domanda che tutti si pongono: vi sarà mai un nuovo libro della serie? L’autrice britannica questa volta è stata decisamente più possibilistica del solito.

Sarà stata l’atmosfera nostalgica creata dalla sensazione pura e semplice che in questo modo si è arrivati alla fine di una avventura, o forse avrà pensato che aprire alla possibilità avrebbe accontentato anche i fan più scettici: sta di fatto che la Rowling, intervistata in merito ad una nuova avventura di Harry ha risposto:

Mai dire mai, è il mio bambino, la mia creatura, e se voglio portarlo di fuori nuovamente a giocare, lo farò!

Questa volta l’apertura della scrittrice è vera, non si tratta del nostro pesce d’aprile. E chissà che complice l’attenzione che molto probabilmente i fan porteranno nei confronti di Pottermore, la scrittrice non decida davvero di portare a spasso la sua creatività nuovamente nei pressi di Harry Potter. In fin dei conti, dopo Harry, per la Rowling non c’è stata nessuna nuova opera se non quelle strettamente legate al maghetto in qualche modo.

Non che economicamente la donna abbia bisogno di scrivere nuovi libri: inutile dire che tra proventi letterari e cinematografici ha di che far vivere generazioni e generazioni della sua famiglia nel lusso più sfrenato.

Tralasciando questo particolare non si può fare a meno di sottolineare che come accade per i lettori, spesso e volentieri anche gli autori si affezionano particolarmente ai loro personaggi, e talvolta a mancare per creare nuove storie e nuova vita per gli stessi, manca solo un piccolo stimolo a lasciare andare la propria mente a briglie sciolte. Non mi stupirebbe affatto se tra qualche tempo la Rowling se ne uscisse con una nuova avventura, magari ambientata nell’età adulta di Harry. Non mi stupirebbe nemmeno sapere che magari un opera del genere l’ha giù scritta. Perché alla fine una storia per uno scrittore è come un prurito nella mente, finchè non la racconti e la “gratti” il fastidio non passa.

Non ci resta che sperare!

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