Edoardo Nesi: la carriera letteraria e “Storia della mia gente”

E’ Edoardo Nesi il vincitore del Premio Strega 2011, l’autore che ha conquistato la giuria con l’opera “Storia della mia gente”, libro edito da Bompiani che ha avuto l’importante compito di narrare la storia di tutte quelle persone che hanno perso il lavoro e delle quali nessuno ha parlato, dolori in sordina che hanno trovato spazio tra le pagine del libro premiato. Ma chi è Edoardo Nesi e quali sono i sentimenti che hanno fatto sì che la sua opera vincesse uno dei premi più ambiti dagli scrittori italiani?

Edoardo Nesi nasce a Prato, la città che l’ha ispirato durante la scrittura del suo libro, e Storia della mia gente è il suo sesto romanzo, un’opera che ha strappato agli altri concorrenti l’ambito premio già accarezzato dall’autore nell’anno 2004 quando l’autore era stato proposto con il suo romanzo L’età dell’oro, già vincitore del Premio Bruno Cavallini. Edoardo Nesi si forma come traduttore, una passione per la scrittura e la letteratura degli altri, tra gli autori tradotti troviamo ad esempio Bruce Chatwin, Malcom Lowry, Stephen King, un amore che lo sprona a scrivere un romanzo tutto suo nel 1995 con Fughe da fermo.

Storia della mia gente è un racconto vero che narra il presente di una catena di lavoratori, una fetta del commercio che non ha prospettive future, un popolo di persone orgogliose dei frutti che producono ma che, sotto la morsa di un’economia spietata, si ritrovano a dover annullare tutti i loro sforzi e vivere di stenti subendo un trattamento che non meritano e che sembra destinato a inghiottirli in silenzio senza che nessuno possa venire in loro soccorso. Un libro di denuncia, un trattato economico e un’immersione nei sentimenti umani, un’opera in bilico tra romanzo e cronaca di provincia; un’opera che, si spera, cada nelle mani delle persone giuste, di quelle che hanno il potere di lottare contro la corruzione e abbia voglia di cambiare le cose.

Vi lasciamo con un estratto del libro tratto dalla sinossi ufficiale:

“Il rumore di una tessitura ti fa socchiudere gli occhi e sorridere, come quando si corre mentre nevica. Il rumore della tessitura non si ferma mai, ed è il canto più antico della nostra città, e ai bambini pratesi fa da ninna nanna. Questa è la mia gente. La mia gente che in tutta la vita non ha fatto altro che lavorare.”
[Photo Credits adnkronos]

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