Guide per scrivere: insegnano davvero qualcosa?

Ciò che non ho mai capito, pur avendone ben due nella mia libreria e scritti dallo stesso autore, è l’utilità dei libri sulla scrittura scritti dagli scrittori. Intendiamoci, se fanno questo mestiere ovviamente qualcosa di scrittura ne sapranno. Anche se, un po’ malignamente, viene da pensare che in fin dei conti anche loro a livello teorico forse non sono così preparati come sembra.

O meglio, non sono in grado di insegnare ai propri lettori di imparare a scrivere. Non è una novità che io sia una fan estremista di Stephen King: le mie recensioni spesso parlano da sole. Ho letto entrambi i libri scritti da lui sull’arte “sacra” del compositore creativo: “Danse Macabre” ed “On Writing”. Nulla da eccepire a livello stilistico, anche questi libri, queste guide sono essenzialmente ben scritte, ma nella realtà dei fatti più che insegnare o dare suggerimenti ad uno scrittore in erba si limitano ad essere né più né meno, un saggio inerente ciò che risiede nella mente dell’autore e su come lo stesso metabolizza le idee fino a raggiungere la loro esposizione scritta.

Io parlo essenzialmente dell’unico autore che ho letto in tal senso, ma scommetto la camicia che si tratta di un assunto valido per qualsiasi scrittore si sia mai cimentato in tale avventura: in fin dei conti non parliamo di una lingua straniera, della quale si necessita conoscere grammatica, espressioni dialettali, verbi ortografia e quant’altro: si parla di come una storia dev’essere sviluppata, di come la fantasia deve maturare, della capacità di uno scrittore di mettere sul foglio di carta la sua storia senza tralasciare alcun dettaglio utile.

È questa una cosa che non è possibile trasmettere, altrimenti vi sarebbero centinaia e centinaia di persone, a mio parere, buone a scrivere solo delle copie smorte dei lavori di altri, e non vi sarebbe una diversità stilistica né una  differente qualità di linguaggio. Può sembrare un discorso estremista, ma non lo è. Rifletteteci, ditemi cosa ne pensate.

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